Per i primi due anni le startup innovative sono state un numero che cresceva. Le iscrizioni alle Camere di commercio sono aumentate più o meno lentamente, a seconda dei punti di vista. Ma poco o nulla si sapeva sulla salute delle nuove aziende introdotte per decreto legge nell’ordinamento italiano alla fine del 2012. Infocamere ha pubblicato un interessante cruscotto di indicatori statistici relativo al terzo trimestre di quest’anno (i dati elaborati arrivano fino a settembre di quest’anno) che ci può aiutare a ridimensionare i toni rispetto a certi toni trionfalisti ma anche ad apprezzare il valore dell’ecosistema delle startup nostrane.
Partiamo dal “quante”: alla fine di settembre il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese è pari a 2.630, in aumento di 403 unità rispetto a fine 2013 (+18,1%). Per avere una idea più chiara di questo business rappresentano lo 0,18% del milione e mezzo delle società di capitale italiane. Il capitale sociale delle startup è complessivamente di 106 milioni di euro, che corrisponde in media a circa 40 mila euro a impresa
Lo stato di salute. Quante sono in attivo?
Premesso che in genere le startup hanno bisogno di tempo per comunicare ad avere bilanci in nero proprio per la natura innovativa del loro business ecco un po’ di percentuali. Durante i primi esercizi di operatività è probabile che si presentino risultati economici in perdita a causa del peso che il debito presenta nella fase iniziale dell’attività. Il 57,4% delle startup innovative nel 2013 è in perdita (questo insieme di imprese rappresenta il 60% della produzione complessiva), mentre il restante 42,6% presenta un utile d’esercizio (rappresentano il 40% della produzione). Gli indicatori di redditività ROI e ROE delle startup innovative registrano valori negativi, ma se ci si riferisce soltanto alle imprese in utile, gli indici, e questo è un dato molto interessante, sono molto migliori di quelli delle altre società di capitale. La struttura finanziaria delle startup innovative è relativamente migliore di quella delle società di capitale. Situazione inversa per le startup in utile che hanno una situazione finanziaria peggiore della media delle società di capitale. In buona sostanta possiamo concludere che per ogni euro di produzione le startup innovative generano in media 13 centesimi di valore aggiunto, un dato più basso di quello delle società di capitali (20 centesimi). Limitatamente alle imprese in utile, le startup generano invece più valore aggiunto delle società di capitali (33 centesimi contro 22). Quindi quelle che funzionano si dimostrano più “performanti” rispetto alle altre società di capitali. Come dire, le startup innovative quando girano corrono di più.
L’occupazione nelle startup e il valore della produzione
Dal punto di vista occupazionale, le 819 startup con dipendenti impiegano complessivamente 2.200 persone, in media 2,7 dipendenti per ogni impresa, mentre la metà delle startup con dipendenti impiega fino a un dipendente. Quanto alla compagine azionaria sono circa 10.600 i soci nelle 2.574 startup innovative con almeno un socio. Il rapporto sottolinea come sia molto probabile che i soci siano coinvolti direttamente nell’attività d’impresa. In media ogni startup presenta 4 soci, la metà ne presenta un massimo di 3; si tratta di valori superiori a quelli del complesso delle società di capitali.
Il Pil delle startup?
Il pil non è parole giusta ma rende l’idea. Il valore della produzione media, calcolato sulle quasi 1.400 imprese per le quali si dispone dei bilanci sull’esercizio 2013, è pari a 131 mila euro, ma la metà delle startup innovative ha prodotto nel 2013 per meno di 28 mila euro. L’attivo è in media di 244 mila euro a impresa, ma per la metà delle startup innovative non supera i 67 mila euro. Tali valori sono molto diversi da quelli del complesso delle società di capitale che però comprendono prevalentemente imprese tradizionali con caratteristiche molto differenti rispetto alle startup innovative. Complessivamente le startup innovative hanno registrato una produzione pari a quasi 184 milioni di euro nel 2013 (valore calcolato sulle quasi 1.400 imprese per le quali si dispone dei bilanci sull’esercizio 2013), mentre il reddito operativo complessivo è negativo pari a 40 milioni.
Il dove e come delle startup
Dal punto di vista settoriale, il 73,5% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese, il 18% opera nei settori dell’industria in senso stretto, il 3,4% nel commercio. Il peso delle nuove imprese innovative sulle società di capitale è più elevato della media soltanto nei servizi alle imprese (0,56%) e nell’industria in senso stretto (0,21%). In valore assoluto Milano è la provincia che ospita il numero maggiore di startup innovative, sono 370 pari al 14% del totale, segue Roma con 213 (8,1%), Torino 145 (5,5%), Trento 99 (3,8%), Bologna e Napoli 79 (3%). Se però si considerano tali valori in rapporto al numero di società di capitali presenti nella provincia, Trento è prima in classifica con 107 startup ogni 10 mila società di capitali, mentre Milano è molto distante con un indice pari a 23.