Secondo l’Ocse negli anni della crisi il divario tra ricchi e poveri è fortemente aumentato. Anzi, non è mai stato così ampio da 30 anni a questa parte. Si legga l’articolo del Sole 24 Ore online Una situazione che ha un forte impatto sul rallentamento della crescita economica. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2011-2012 il reddito del 10% della popolazione più ricca è superiore di 9,5 volte a quello del 10% della popolazione più povera. Il cui reddito è infatti cresciuto, ma a ritmi più lenti. A metà degli Ottanta il rapporto era di 7 a 1. Gli analisti francesi hanno anche calcolato l’impatto della diseguaglianza sulla crescita. Per farlo hanno utilizzato il coefficiente di Gini (il valore varia da zero se il rapporto è perfetto a 1 se l’intero reddito va a una persona sola) e hanno constatato che tra il 1985 e il 2011-2012 (le rilevazioni variano a seconda dei Paesi) il coefficiente è cresciuto di tre punti, passando in media Ocse dallo 0,29 allo 0,32. L’aumento del coefficiente che cambia da paese a paese si traduce in una perdita potenziale di aumento del Pil nell’ordine dello 0,35% all’anno. Calcolato su 25 anni si ottiene l’8,5% del Pil. Qui il documento dell’Ocse che spiega il calcolo. Come rappresentato nel grafico in Italia l’impatto della disuguaglianza è del 6,65% mentre la crescita che si sarebbe realizzata senza l’impatto della disuguaglianza è del 14,6 per cento.
Fonte: Ocse. Dataviz: Andrea Gianotti.