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cronaca

Quanta energia consumiamo? La mappa del mondo energivoro e l’anomalia delle Isole Vergini

Il 30 novembre, i rappresentanti di quasi 200 paesi si riuniranno a Parigi  per cercare di raggiungere un accordo universale vincolante per affrontare il cambiamento climatico globale. A pochi giorni dalla conferenza sul clima, il premier giapponese Shinzo Abe ha promesso aiuti per 10,6 miliardi di dollari ai Paesi in via di sviluppo per favorire l’adozione di politiche contro il riscaldamento terrestre.

Gli ostacoli. Due dei maggiori ostacoli per un accordo sono stati il fatto che le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra variano molto da Paese a Paese, e che molti leader temono limitare le emissioni potrebbero ostacolare la crescita economica, in particolare per i paesi di nuova industrializzazione.

 

Nell’Info ci siamo concentrati sui dati di Pew Research Center che misurano l’intensità energetica – l’energia totale utilizzata da un paese per unità di prodotto interno lordo (il consumo di energia che viene strettamente correlato alle emissioni di carbonio).  L’intensità energetica può essere calcolato in diversi modi, per semplicità uè stata usata la versione adottata dalla US Energy Information Administration (EIA): l’energia totale utilizzata da un paese in un anno (in unità termiche britanniche, o Btu) diviso per il Pil del paese per lo stesso anno (a parità di potere d’acquisto, con base 2005) in modo che i dati siano confrontabili nel tempo e confini nazionali. La cifra risultante rappresenta il numero di Btu paese, usata per dollaro di Pil.

Cosa è accaduto nel mondo. Dal 1993 al 2011 l’intensità energetica a livello mondiale è sceso del 18,7%: la maggior parte delle nazioni (112) hanno ridotto le loro intensità energetiche nello stesso periodo di tempo.

Molti dei paesi che hanno fatto le maggiori riduzioni sono ex nazioni dell’ex blocco sovietico (come l’Azerbaijan, Estonia e Slovacchia), storicamente erano molto energivore. Ha pesato anche il declino dopo il 1989 di acciaio e altri industrie pesanti e la conseguente chiusura di molti impianti inefficienti.

Dove è aumentata. Al contrario, i paesi in cui l’intensità energetica è aumentata dal 1993, tra cui Benin, Laos e Cambogia, sono quelli che hanno iniziato in ritardo il processo di posa delle linee elettriche e avviato nuove centrali utilizzano carbone, gas naturale o altri combustibili fossili.

La maggior parte dei paesi con le intensità energetiche più basse nel 2011 tendono ad essere quindi quelli più poveri, le nazioni in gran parte agricole come quelle in Africa. Il Ciad, all’ultimo posto su 199 paesi e territori in intensità energetica, utilizza meno di 195 Btu per dollaro di Pil.

Le eccezioni. Macao usa solo circa 761 Btu per dollaro di PIL, ma ha ancora uno dei più alti PIL pro-capite al mondo Il motivo, si legge nel report di Pew Research, è legato al fatto che la sua economia  è dominata dal gioco d’azzardo, attività che genera grandi quantità di denaro,

I paesi ricchi. Tra i 34 paesi membri dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), gli Stati Uniti sono ottavi per intensità energetica nel 2011, circa 7.328 Btu per dollaro di Pil. Tra le nazioni dell’Ocse, l’Islanda, Canada e Corea del Sud sono a più alta intensità energetica, mentre l’Estonia, Irlanda e Regno Unito sono in fondo alla classifica.

Il caso delle Isole Vergini. Il luogo a più alta intensità energetica sulla Terra sono Isole Vergini americane, che utilizza più di 60.000 Btu per dollaro di Pil, più di otto volte il tasso degli Stati Uniti. Le isole utilizzano grandi quantità di petrolio importato per alimentare gli impianti di desalinizzazione che forniscono loro acqua potabile; molti generatori piccolo, semplice a ciclo continuo sono utilizzati per fornire energia elettrica.