Il primo giugno, 17 anni dopo la prima esplosione nel cunicolo principale, la galleria ferroviaria più lunga del mondo è stata inaugurata ufficialmente. Con i suoi 57 chilometri di lunghezza il tunnel svizzero del Gottardo detiene infatti il primato scalzando dalla classifica il tunnel giapponese Seikan lungo 53,9 km, di cui 23 km del tracciato sotto il livello del mare. Per dieci anni questa maestosa opera ingegneristica, costata 11 miliardi di euro, potrà vantare il titolo prima di essere superata dal tunnel sottomarino Bohai in Cina di 123 chilometri che verrà ultimato nel 2026. Alla grande festa inaugurale partecipano 1100 invitati tra cui il cancelliere tedesco Angela Merkel, il suo omologo francese, Francois Hollande e Matteo Renzi. Proprio al primo ministro Renzi è stata attribuita il mese scorso una parziale gaffe quando durante un’occasione ufficiale aveva attribuito all’Italia la costruzione del tunnel dicendo: «l’Italia è l’unico Paese al mondo che sta facendo tre tunnel, tre opere strepitose per il collegamento con l’Europa: il Gottardo che si inaugura il primo giugno con la Svizzera, il Brennero che abbiamo sbloccato noi e ci collega all’Austria, la Torino-Lione con la Francia. Stiamo investendo 28 miliardi di euro, ovviamente cofinanziati, per collegarci con l’Europa». In realtà come sottolinea Bloomberg in “Swiss Made? Foreigners Built World’s Longest Rail Tunnel” a guardare i dati della forza lavoro impegnata nella costruzione, 2500 persone di almeno 5 nazionalità diverse, quel tunnel un po’ italiano lo è. Il 29% degli operai proviene dal nostro Paese, seguiti dagli austriaci ( 17%), svizzeri (14%), tedeschi (12%) e portoghesi (7%). Nel cantiere del secolo dell’Alptransit hanno lavorato dunque, giorno e notte e in condizioni estreme con temperature vicino ai 40 gradi, centinaia di minatori, operai e ingegneri, per lo più stranieri. Un’opera ingegneristica non priva di pericoli, durante la costruzione sono morti nove operai.
Nella prima Info Data abbiamo rappresentato la classifica dei tunnel più lunghi del mondo. Nella seconda li abbiamo geolocalizzati e collocati nel tempo. Dataviz a cura di Andrea Gianotti.
