Fino a qualche anno fa gli attacchi agli oleodotti per il contrabbando di benzina erano una decina l’anno; nel 2015 le forzature alle tubazioni sono state 157. Ben il 20% del mercato è occupato da questi traffici illeciti che hanno tolto allo Stato, e alla comunità, circa un miliardo di euro.
La Finanza, nel corso delle 3.700-3.800 operazioni annuali, scopriva frodi per circa 50-70mila tonnellate di carburante l’anno: nel 2010 aveva scoperto traffici illegali per 70mila tonnellate, nel 2012 altrettante fino ad arrivare nel 2014 a 190mila tonnellate di “prodotti energetici consumati in frode”.
Dal 1° gennaio 2015 sono stati censiti 71 casi, i più recenti risalenti allo scorso aprile. In Italia ci sono 2.690 chilometri di oleodotti, i quali subiscono l’attacco notturno di ladri che, dopo avere raggiunto le tubature, con una saldatura innestano nella tubazione un rubinetto e riempiono numerose taniche di gasolio e cherosene, i gas più facili da rivendere.
Un fenomeno da arginare perché, oltre che sottrarre risorse allo Stato e ai cittadini, distrugge i motori dei consumatori inconsapevoli, devasta l’ambiente (in quanto dopo il furto, il tubo viene lasciato aperto e il gas sgorga liberamente nei corsi d’acqua e nel mare) e arricchisce le bande criminali.
Tratto da Il Sole 24 ORE del 07/06/2016, pagina 31