Dal 2007 a oggi le famiglie italiane hanno ridotto del 6% l’ammontare della spesa mensile: nove anni fa spendevano 2.649 euro, a fronte dei 2.489 spesi nel 2014. In totale ben 160 euro in meno.
Questo calo ha colpito tutte le tipologie di nuclei familiari, ad eccezione delle coppie over 65 che, negli stessi anni, hanno visto crescere la propria spesa media da 2.310 a 2.490 euro.
All’interno del paniere oggetto di studio sono solamente due i segni positivi: la voce “Istruzione” che ha registrato un +25% (da 11 a 14 euro) e quella “Abitazione, acqua, elettricità, gas etc.” con un +4% (da 876 a 913 euro).
Tutti gli altri aggregati di spesa (prodotti alimentari, bevande alcoliche e tabacchi, abbigliamento e calzature, mobili e articoli per la casa, servizi sanitari, trasporti, comunicazioni, cultura e spettacoli, servizi ricettivi e altri beni e servizi) mostrano il segno meno.
E’ da leggere in positivo il -19% alla voce Comunicazioni che dimostra l’elevata concorrenza tra gli operatori e la ricerca della tariffa più conveniente da parte degli utenti. Significativo invece il -28% (da 160 a 114 euro) delle uscite per Abbigliamento e calzature, tipico esempio di spese rinviate in presenza di quote di reddito destinate ad altre priorità.
Pressoché stabili le spese per prodotti alimentari (-4%, da 453 a 436 euro) e per bevande alcoliche e tabacchi (-3%, da 45 a 43 euro). La crisi ha causato però altri effetti indesiderati: il 57% delle famiglie, infatti, ha dovuto ridurre la quantità e/o la qualità della spesa alimentare; per i consumi non alimentari la percentuale sale al 72%.