Nel 2016, dopo un primo trimestre debole, le esportazioni italiane dovrebbero registrare una crescita del 3,2% (contro il 3,8% dello scorso anno). Per il triennio 2016-2019, l’export dovrebbe crescere del 3,7%, passando da 414 a 480 miliardi di euro. Nonostante le proiezioni positive, siamo però ben lontani dal periodo pre-crisi 2004-2007 durante il quale l’export italiano cresceva a un tasso medio annuo del 9,2%.
La meccanica sarà il traino delle esportazioni: a oggi esporta l’equivalente di 82 miliardi di euro, ma nel 2019 si potrebbe arrivare a 100 miliardi di euro, il 20% in più.
In evoluzione anche i prodotti alimentari e agricoli e i beni di consumo (tessili, abbigliamento, mobili e gioielli) che, rispettivamente, aumenteranno la propria quota di export del 5% e del 4%.
Di qui ai prossimi 4 anni, le opportunità per l’Italia si sposteranno verso i mercati avanzati ed emergenti dell’Asia, come India e paesi del Far East quali Malesia, Indonesia e Filippine. Russia e Sud America registrano invece un calo, rispettivamente, del 7,5% e del 2,4%.
Secondo il Rapporto Sace, infatti, nel 2016 i mercati top per le esportazioni italiane saranno Emirati Arabi (score 81), Usa (76), India, Cina, Corea del Sud e Arabia Saudita. Per gli investimenti sono invece da preferire Usa e India (score 80), Regno Unito (78), Cina (76) e Polonia (73).