In Italia, nei primi mesi del 2016 sono cresciute del 50% (16mila unità) le vendite di auto ibride, essenzialmente per merito della Toyota. Le vendite di auto a batteria, invece, sono calate del 25%, da 800 a 600 unità. I consumatori hanno bisogno di più incentivi per scegliere auto con emissioni zero.
Gli ostacoli maggiori all’acquisto sono la scarsa autonomia e la difficoltà di ricaricare le auto; anche se si prospettano interessanti soluzioni per il futuro (autonomia di circa 500 chilometri). Inoltre, gli investimenti per le infrastrutture sono molto impegnativi: a Milano occorrerebbero 5 miliardi per raggiungere una dotazione sufficiente di colonnine (cifra che sale a oltre 10 miliardi per metropoli come Parigi e Londra). I fondi stanziati, purtroppo, raggiungono solamente l’1% dell’investimento necessario.
Ci sono buone prospettive per il futuro.
Secondo l’Automotive Study 2016, condotto dalla società di consulenza AlixPartners, il 2015 è stato un anno di svolta. È stato stimato che, entro il 2030, la motorizzazione nel nostro paese si sposterà dal diesel all’elettrico. Gli standard che saranno imposti cambieranno il panorama dell’auto motive. I limiti alle emissioni potrebbero essere, al 2030, di 50g/km di CO2 per le auto piccole; questo imporrà una quota significativa di auto elettriche per le vetture più piccole e di ibridi per quelle più grandi.
A breve, anche la differenza di prezzo tra motori a combustione e motori elettrici si ridurrà notevolmente. La quota delle vetture a diesel, quindi, da qui al 2030, potrebbe crollare dall’attuale 55% al 9%; quella delle vetture a benzina dal 45% al 25%. Ibridi e elettriche peserebbero per i due terzi delle vendite (di cui il 20% a batterie a emissioni zero).
È la tedesca Volkswagen ad avere dato la spinta decisiva al settore. Di recente, infatti, ha presentato la Strategia 2025 che comprende trenta modelli elettrici e punta a vendere, entro quella data, da due a tre milioni di unità a batteria, rispetto agli attuali dieci milioni di vendite complessive annue.