I nnovare, anche nei materiali, cercare nuove fasce di consumatori, esplorare la tecnologia, come quella “wearable”: così i brand di gioielli riusciranno a crescere in un contesto che, se cresce, lo fa di poco, e certamente non più con i ritmi veloci degli scorsi anni. Nonostante il rallentamento globale, secondo l’“Overview of the Jewellery Market” di Euromonitor International, le vendite di gioielli nel mondo quest’anno raggiungeranno i 289 miliardi di euro, con tassi positivi ovunque, tranne che in Europa Occidentale, l’unica area che segnerà una perdita, per quanto limitata all’1%.
«Da una parte i consumatori europei hanno meno soldi da spendere, soprattutto per l’aumento del costo della vita, che ha fatto diminuire la spesa per altri beni, come i gioielli – spiega Johanna Kolerski-Bezerra, capo analista Beauty&Fashion di Euromonitor -. Dall’altra parte, anche la spesa della clientela internazionale è calata molto, soprattutto quella dei cruciali turisti cinesi, non solo per questioni interne alla Cina come il rafforzamento del renmimbi, ma anche a causa delle minacce del terrorismo in Europa».
Nonostante questa revisione del budget, al lusso non si vuole rinunciare, seppur spostando i propri desideri dai big brand a quelli “accessibili”, oggi i protagonisti delle vendite, anche se per motivi diversi. A fronte di un’Europa più prudente nella spesa, che aumenterà la spesa per i gioielli solo dell’1% da qui al 2021, c’è un’Asia-Pacifico che, oltre a essere ancora il primo traino del mercato, è il continente dei Paesi più promettenti del futuro: «L’Indonesia, il Vietnam e la Thailandia hanno il potenziale più interessante – prosegue l’analista -, soprattutto grazie all’aumento del reddito della classe media e per la loro ampia popolazione di giovani e dunque nuovi consumatori. Basti pensare che oggi nell’area Apac i Millennials sono circa 965 milioni». Le vendite in Cina, nonostante il rallentamento locale, anche nel 2016 segneranno un +10%, contro il +7% del 2015: e a comprare gioielli sono sempre di più anche le donne, che amano farlo da sole».