Diminuiscono i processi civili in corso nei tribunali e di fronte ai giudici di pace. Ma calano anche le cause decise dai magistrati. Lo rivelano le statistiche del ministero della Giustizia relative al contenzioso degli ultimi tre anni.
A diminuire sono soprattutto le opposizioni alle sanzioni amministrative presentate ai giudici di pace. Si tratta dei ricorsi contro le multe: i fascicoli all’esame degli uffici nel 2015 (273mila) sono stati quasi il 50% in meno di quelli al vaglio nel 2013 (536mila). La riduzione dello stock è il risultato del calo della litigiosità. Nel 2015 sono stati presentati circa 200mila nuovi ricorsi: tanti, ma quasi il 34% in meno del 2013. Una riduzione provocata, con tutta probabilità, dall’introduzione della possibilità di beneficiare di uno sconto del 30% sulla multa se si paga entro cinque giorni. In parallelo cala anche la produttività dei giudici: nel 2015 le cause decise sono state il 10% in meno del 2013.
Ma la tendenza è generalizzata: se si guarda all’indice di litigiosità nei vari settori, emerge che i cittadini si rivolgono con meno frequenza rispetto al passato agli uffici giudiziari. A far calare la domanda di giustizia sono stati vari fattori, ma il più significativo è senz’altro quello economico: l’aumento delle spese per iniziare una causa e, più in generale, le minori disponibilità economiche stanno tenendo i cittadini lontani dai tribunali. E questo vale anche per i procedimenti che la crisi aveva, invece, in un primo momento fatto aumentare: i ricorsi contro i debitori morosi (i decreti ingiuntivi in tribunale sono calati del 18% in tre anni e le esecuzioni mobiliari del 37,5%), i fallimenti e le altre procedure concorsuali (calati di quasi il 3%). Una diminuzione che non è segno della fine della crisi, ma dipende piuttosto, a monte, dal calo dei prestiti concessi e delle transazioni fra imprese, oltre che dalla minor solvibilità dei debitori.
Pochi i settori in controtendenza, che registrano un aumento della litigiosità. Tra gli altri, sono saliti di più del 40% tra il 2013 e il 2015 i ricorsi dei dipendenti pubblici. E anche le domande di divorzio sono aumentate nel 2015: di poco (l’1%) i divorzi consensuali, in modo più consistente (quasi il 23% in più) quelli giudiziali. Di certo un effetto delle nuove regole sul divorzio breve, che, dall’anno scorso, permettono di lasciarsi definitivamente non più dopo tre anni dalla separazione ma dopo sei mesi (se l’addio è consensuale) o dopo un anno (se non lo è).