Mentre nel resto d’Europa la quota di popolazione a rischio povertà è in calo, dopo il picco post-crisi del 2012, in Italia continua ad aumentare. E a colpire soprattutto i più giovani: poco meno del 37% di chi ha tra i 15 ed i 24 anni è ad un passo dall’essere definito povero. Anche in questo caso, a pagare il prezzo più alto della crisi sono le nuove generazioni.
I numeri arrivano dal rapporto diffuso da Eurostat in occasione della giornata mondiale contro la povertà. Uno degli obiettivi dell’Unione da qui al 2020 è quello di ridurre la quota di persone a rischio di esclusione sociale. E in questo senso, l’Italia non sta offrendo un gran contributo.
A livello continentale, lo si vede nella mappa sulla prima pagina dell’infografica, la situazione italiana non è delle peggiori. La nazione più in difficoltà è la Bulgaria, dove più di due persone su cinque sono a rischio povertà. Ci sono poi la Romania con il 37,3% e la Grecia con il 35,7%. Se però ci si limita a considerare i Paesi più grandi e sviluppati, ovvero Germania, Francia, Regno Unito e Spagna, l’Italia è l’ultima ruota del carro: qui il 28,7% della popolazione è vicina alla soglia di povertà, con un’incidenza leggermente più alta per le donne.
In generale, sotto questo punto di vista l’Europa è tornata ai livelli pre-crisi: il 23,7% dei cittadini era a rischio povertà nel 2008, la stessa quota si è registrata nel 2015. Nel nostro Paese, lo si vede nella seconda parte, si è assistito invece ad un incremento dal 25,5% precedente al crollo dei mutui subprime al 28,7% dello scorso anno.
Come detto, sono i più giovani che pagano maggiormente il prezzo della crisi. Negli ultimi 4 anni, come si vede nella seconda pagina dell’infografica, la quota di ragazzi e ragazze tra i 15 ed i 24 anni a rischio povertà è stata stabilmente superiore al 30% nei Paesi dell’Unione europea. Percentuale che, nel 2015, è di sette punti superiore alla media. Al contrario, tra gli over 55 solo uno su cinque rischia la miseria. E il dato è in costante calo a partire dal 2011.
Certo, i giovani italiani non sono gli unici ad essere in difficoltà. I coetanei bulgari e serbi, ma anche greci, spagnoli e rumeni vivono una situazione peggiore, con un rischio di povertà che sale sopra il 40%. Ma anche nel Regno Unito chi ha tra i 15 ed i 24 anni in un caso su tre vive in condizioni molto vicine alla soglia di povertà.
Se anche a livello europeo il dato relativo alle persone che vivono ad un passo dalla miseria è tornato ad essere quello di prima della crisi, bisogna registrare un incremento di quasi un punto percentuale delle persone che rischiano di doversi affidare ai servizi sociali per sopravvivere. Lo si vede nella terza pagina dell’infografica, che mostra anche un aumento delle persone che vivono in nuclei familiari a basso tasso di occupazione. Mentre si registra un calo percentuale tra coloro che vivono in condizioni di grave povertà materiale. Da quest’ultimo punto di vista, l’Italia è invece in controtendenza: il 7,5% della popolazione si trovava in questa situazione nel 2008, lo scorso anno questa quota è salita a toccare l’11,5%. Questo significa che più di un italiano su dieci vive in una condizione di estrema povertà.
Eppure la soglia di povertà, visualizzata nella quarta pagina dell’infografica, non è cresciuta negli ultimi anni. Segno che il reddito di molte persone è sceso al di sotto di quella soglia sotto la quale si è considerati poveri. Già, ma a quanto ammonta questa cifra? Per un single si tratta di un reddito disponibile, ovvero al netto delle tasse, pari a 9.508 euro, appena 124 euro in più che nel 2008. Mentre se si prende come riferimento una coppia con due figli under 14, la soglia di povertà è fissata da Eurostat a 19.966 euro, con un aumento di 260 euro rispetto all’anno dello scoppio della crisi. Con un reddito inferiore a questa soglia si è considerati poveri. Una circostanza che secondo l’istituto europeo di statistica è sempre più comune nel nostro Paese.