Il fondatore della Oracle Larry Ellison ha puntato sul cavallo perdente, sponsorizzando con 5 milioni di dollari la campagna del repubblicano Marc Rubio. Peter Thiel, cofondatore di Paypal e Palantir, come ha dichiarato su Twitter “orgoglioso di essere gay, repubblicano e americano” ha invece sostenuto Trump con 1,25 milioni di dollari. Gli altri big della new economy, che da sempre supportano i democratici, si sono invece orientati prima su Bernie Sanders poi su Hillary Clinton. Le donazioni arrivate dal comparto high tech fino a giugno 2016 le assegnavano 30,7 milioni di dollari. Uno spaccato è visibile nei grafici qui sotto che elaborano i dati raccolti dalla Federal Election Commission. Dal data base abbiamo raccolto le donazioni fatte ai candidati presidenziali dai singoli dipendenti delle grandi aziende high tech della Silicon Valley e di Seattle (che hanno reso pubblico il contributo sulla piattaforma con cognome, residenza e ruolo) e organizzati in grafici. Gli schieramenti sono evidenti. I geek di Microsoft, Google, seguiti da Apple e Amazon sostengono generosamente Hillary. Irrilevanti, per numero e ammontare, i contributi invece versati alla causa repubblicana: appena poche migliaia di dollari da alcuni dipendenti di Amazon, Google e Oracle.