Atteso da tempo, il nuovo top di gamma della multinazionale cinese ha conosciuto oggi il proprio debutto in terra tedesca. Particolare la cornice scelta da Huawei per lanciare il Mate 9 (qui l’articolo sul .com), insolita (rispetto alle solite location di Londra o New York) per l’annuncio di uno smartphone di prima fascia, che vuole diventare icona di un mercato alle prese, dopo anni di prolungato boom, con le sue prime difficoltà di crescita. Il momento – vedi il “caso” Note 7 di Samsung – sembra quello più opportuno per dare lo strappo decisivo e puntare al secondo posto nel ranking mondiale dei telefonini intelligenti. Il colosso coreano (dati Idc relativi al terzo trimestre) rimane per il momento in testa alla classifica delle vendite con circa il 20% del mercato, Apple segue al 12,5% e la casa cinese rincorre con il 9,5%. L’ultimo quarter dell’anno, in cui gli effetti della possibile “disaffezione” al marchio Samsung potrebbero essere più evidenti, ci dirà se l’ulteriore salto in avanti di Huawei è un’ipotesi concretizzabile da subito. L’arrivo nei negozi del nuovo smartphone, a listino con prezzi a partire da 749 euro al pubblico per il modello con 64 Gbyte di memoria (in Italia si presenta in due diverse colorazioni, silver e grigio), gioca ovviamente un ruolo importante in questa sfida.
Richard Yu, il Ceo di Huawei Consumer Business Group, è apparso sul palco dell’evento di Monaco a bordo di una Porsche Carrera (poi si è capito perché) e subito ha enfatizzato il concetto di velocità, dote che in uno smartphone di classe “premium” è doverosamente molto apprezzata. Performance, autonomia (delle batterie) e comparto fotografico, secondo Yu, i tre elementi chiave per distinguere uno smartphone oggi. Il Mate 9, e di contorno il “gemello” Mate 9 Porsche Design, è per l’appunto il prodotto con cui la casa cinese vuole dare una nuova spallata al dominio di Samsung ed Apple nella fascia alta.
Schermo da 5,9 pollici con un livello di contrato di 1500:1, batteria da 4.000 mAh per due giorni di autonomia di lavoro, doppia fotocamera posteriore co-sviluppata con Leica (una dedicata agli scatti in bianco e nero e una Rgb per le foto a colori) e sensore da 20 e 12 megapixel rispettivamente che riprende quella della serie P9, chipset proprietario Kirin 960 con Cpu a otto cervelli e Gpu integrata con capacità migliorate del 180%. Questi gli ingredienti principali del Mate 9, un telefono che fa dunque delle prestazioni (potenza di elaborazione, efficienza della batteria, capacità multimediali) un punto di forza dichiarato. Il tutto sotto il cappello di Android versione 7.0 e dell’interfaccia proprietaria Emui di quinta generazione.
In termini di dimensioni, ha fatto notare Yu, il Mate 9 è più compatto (di pochissimi millimetri) dell’iPhone 7. A livello ergonomico, insomma, lo schermo più grande non ne pregiudica l’usabilità quando si naviga in Rete e o fra le app sulle reti 4G (fino a 600 Megabit al secondo in downlink). Interessante, come ha spiegato ancora il Ceo di Huawei, è l’algoritmo di machine learning che caratterizza il Mate 9: una dote di intelligenza che permette al telefono di allocare in modo ideale le risorse di memoria e di sistema e di comprendere meglio le abitudini d’uso dell’utente. Da segnalare, inoltre, anche la presenza dello slot Usb di tipo C, vitale per assicurare un sistema di ricarica che sulla carta fa impallidire quelli degli smartphone concorrenti. Immancabile, infine, la comparazione con gli smartphone di Samsung, e nella fattispecie i Galaxy S7 Edge. La virtù del nuovo Mate, in tal senso, è doppia: da un lato la velocità di calcolo, e quindi la capacità di aprire un’app in tempi ridottissimi anche dopo svariati mesi di uso dell’apparecchio; dall’altro una temperatura di esercizio che non supera mai i livelli di guardia. Il Mate 9, questo l’esplicito messaggio di Yu alla platea, “non è a rischio esplosione”.
La versione griffata Porsche
Per gli amanti dei gadget di lusso, Huawei ha estratto dal cilindro il Mate 9 Porsche Design, modello prodotto in edizione limitata e frutto della collaborazione siglata con la casa automobilistica di Stoccarda. Il vezzo è lo schermo da 5,5 pollici con risoluzione 2K (2.540 x 1.440 pixel) a doppia curvatura, cui fanno pendant lo spessore ultrasottile e lo chassis in metallo in nero grafite. Sarà in vendita solo presso gli store Porsche con un prezzo “monstre” per un telefonino, 1.395 euro. Tanti, forse troppi. Ma questa mossa di marketing va intesa come un altro pezzo del puzzle che Huawei sta velocemente componendo per centrare l’obiettivo che i vertici della società certo non nascondono: arrivare, entro due/tre anni, sul gradino più alto del podio negli smartphone.