L’insurance è una delle industry più grandi al mondo, parliamo di un giro d’affari annuale di diversi trilioni di dollari, di cui oltre un trilione generato negli Stati Uniti. Ed è un settore fortemente interessato dalla rivoluzione digitale, cavalcata sia dalle grandi compagnie sia dalle startup che vogliono entrare in gioco puntando sull’innovazione incrementale dei modelli di offerta e di relazione con la clientela. La tecnologia Blockchain, l’architrave della moneta virtuale più diffusa al mondo, i Bitcoin, è considerata un elemento dirompente per il mondo assicurativo. Secondo vari esperti, le capacità di inviare, ricevere e memorizzare le informazioni di questo registro blindato e distribuito sono la chiave per poter rivisitare completamente il modo attraverso cui gestire le transazioni digitali.
Nel 2015 sono stati investiti in startup del blockchain qualcosa come 430 milioni di dollari. Big come Axa Venture, Goldman Sachs, J.P Morgan e Santander Venture InnoVenture hanno finanziato progetti in questa direzione per un valore di oltre 135 milioni di dollari. Nell’insurance, questa piattaforma potrebbe quindi semplificare il processo di gestione delle richieste di risarcimento, alleviare l’entità dei premi, aiutare le compagnie a creare servizi di nicchia. Senza incorrere in “incidenti” come quello capitato ad Admiral Insurance, uno dei più grandi operatori del Regno Unito, il cui tentativo di analizzare i messaggi degli utenti su Facebook (per valutarne il profilo di conducente e di conseguenza fissare i parametri della polizza auto) è stato bloccato dal social network per motivi di privacy. Le doti di sicurezza e affidabilità della Blockchain, per contro, sono viste come volano per lo sviluppo di applicazioni in valute digitali e per l’adozione di nuovi modelli di distribuzione come il peer-to-peer insurance, ambito in cui si muovono startup come l’americana Dynamis. Siamo di fronte, insomma, a un nuovo vettore per la trasformazione dell’intero mercato assicurativo, in grado di dare il là alla diffusione di prodotti più economici e più consumer-oriented rispetto a quelli proposti fino a oggi dagli operatori tradizionali. Il beneficio potenziale per le grandi compagnie, per certi versi minacciate dall’effetto disruption della Blockchain, è altresì ritenuto enorme, fermo restando il necessario radicale cambiamento dei processi di sottoscrizione delle polizze e di gestione dei rischi. L’obiettivo è quello di facilitare, grazie alla tecnologia, lo sviluppo e la gestione di nuovi servizi personalizzati e altamente profilati. E la Blockchain, in tal senso, sta trovando applicazione nei cosiddetti “smart contract” delle polizze assicurative di tipo parametrico, basate sul verificarsi o meno di determinate condizioni. Lo strappo è possibile, e lo dicono anche gli investimenti, che hanno sfiorato i 300 milioni di dollari nel primo trimestre, profusi dai venture capital nelle startup specializzatesi in questo campo. Le insurtech, per esempio realtà come Rainbow, Factom o la francese Alan, stanno conquistando via via maggiore popolarità proprio grazie alla natura innovativa e “user friendly” dei servizi offerti. E rappresentano un fenomeno che ha mosso oltre un miliardo di dollari di finanziamenti nei primi sei mesi del 2016 (dopo i 2,7 miliardi dell’anno precedente).
Dell’evoluzione del mondo insurance se ne parla all’evento 18° Annual Assicurazioni del Sole24ore. A raccontare la propria esperienza le startup SpaceEXE, Digital Heroes, Brain, Ennova e Neosurance.