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economia

Occupazione, assunzioni a tempo indeterminato in frenata


Il saldo dei contratti a tempo indeterminato continua a rimanere con il segno più: nei primi 9 mesi dell’anno la differenza tra nuove assunzioni stabili (1.213.334, comprese le trasformazioni) e cessazioni (1.165.879) è positiva per 47.455 unità. Certo, la velocità di crescita dei rapporti fissi si conferma piuttosto fiacca, considerato che nello stesso periodo, gennaio-settembre, del 2015, la variazione netta dei contratti a tempo indeterminato toccava quota 519.690. A rallentare, per effetto della riduzione dell’esonero contributivo e di una crescita che stenta a decollare, sono essenzialmente le nuove attivazioni (-32,2%), mentre, un pò a sorpresa, le cessazioni complessive scendono (-7,2%), a eccezione dei licenziamenti disciplinari che, in controtendenza, fanno segnare un +28%, legato, però, non tanto al nuovo contratto a tutele crescente (in vigore da marzo 2014), quanto piuttosto, ha spiegato ieri il presidente dell’Inps, Tito Boeri, «alle difficoltà operative della nuova procedura, piuttosto complessa, delle dimissioni on line, che sta interessando soprattutto i lavoratori stranieri» (i quali abbandonano l’azienda senza completare la pratica telematica, «lasciando quindi al datore – ha aggiunto Riccardo Del Punta, ordinario di diritto del Lavoro all’università di Firenze – la sola via del licenziamento per giusta causa e giustificato motivo soggettivo per chiudere definitivamente il rapporto d’impiego»).

Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore del 17 novembre 2016