Il 2017 potrebbe cambiare sostanzialmente la fisionomia dei consigli di amministrazione di Piazza Affari. Poco meno di due terzi della capitalizzazione di Borsa di Milano, infatti, va al rinnovo degli organi societari nel corso dell’anno. Si tratta di 64 società nel complesso, per quasi 190 miliardi di euro di valore di mercato sui 325 miliardi dell’indice Ftse Italia All share (circa il 58%).
A rendere particolarmente rilevante il valzer delle poltrone è il calibro delle società interessate, a partire dai colossi energetici Enel ed Eni – che insieme a Terna, Poste Italiane e Leonardo contano per 121 miliardi di capitalizzazione di Borsa e 48 posti da riempire nei board, comprese le cariche di amministratore delegato e presidente – fino ad arrivare alla “nuova” Telecom Italia targata Vivendi.
E proprio le diverse condizioni, da una parte di governo e dall’altra di azionariato, potrebbero tradursi in cambiamenti rilevanti anche nella composizione dei Cda. Nessuna variazione, invece, è prevista per la percentuale di donne, garantita dalla legge Golfo-Mosca: le cariche al femminile superano il 30% e vedranno addirittura un ritocco al rialzo per arrivare a un terzo dei board.