A passo lento nella spesa per i fondi strutturali, ma a un ritmo decisamente più veloce nell’intercettare le opportunità di quelli a gestione diretta per la ricerca, l’innovazione e la competitività delle imprese. È la doppia faccia dell’Italia come beneficiario delle risorse europee.
Secondo i dati elaborati da Assocamerestero, l’Italia si situa al quarto posto con oltre 3.600 bandi vinti nell’arena europea, dove, a differenza dei fondi a gestione indiretta, non esistono quote ripartite a monte per Paese, ma tutti giocano contro tutti e la qualità è ancora più decisiva. Il primo beneficiario è la Gran Bretagna, seguono Francia e Germania. In totale i primi dieci Paesi si sono aggiudicati 29mila progetti per un valore complessivo di 41 miliardi. Se il focus si sposta invece sulle risorse ottenute, è la Germania che stacca tutti e si aggiudica il 17% della torta (circa 6,9 miliardi) seguita da Regno Unito, Francia e Spagna, mentre l’Italia passa alla quinta posizione, con circa il 12% del totale (4,8 miliardi di euro).
A catalizzare l’attenzione del nostro Paese sono soprattutto tre programmi. Il primo è Horizon 2020 che per il periodo 2014-2020 raccoglie un budget complessivo di oltre 77 miliardi di euro. Secondo i dati riferiti al 2015, il 20% dei beneficiari di Horizon è italiano, a pari merito con la Francia. Grande interesse anche a Cosme, per il quale il nostro Paese conta il 17% dei beneficiari, come Germania e più della Francia. È alta l’attenzione anche per Erasmus+, che proprio nel 2017 compie trent’anni.