L’economia cinese, ieri – data di presentazione del Pil del secondo trimestre – è cresciuta del 6,9 per cento. Su base trimestrale, ha rivelato l’Istituto nazionale di statistica – la crescita è salita all’1,7 per cento dall’1,3 per cento nel primo trimestre, in linea con le aspettative. Pechino ha fissato un target di crescita più basso pari al 6,5 per cento per il 2017, nel 2016 la crescita del 6,7 per cento è stata la più debole in 26 anni.
Domani, all’apertura del nuovo Dialogo economico Usa-Cina che si terrà a Washington dopo la fine (ieri per chi legge) dei 100 giorni interlocutori decisi a Mar a Lago in Florida da Xi e Donald Trump, la Cina si presenta in buona forma, anche se, precisa sempre l’Istat cinese, «l’instabilità e le incertezze internazionali sono ancora relativamente grandi e l’accumulo a lungo termine degli squilibri strutturali a livello nazionale rimane».
L’output della Cina è cresciuto del 7,6 per cento in giugno dallo stesso mese dell’anno scorso, mentre gli investimenti in immobilizzazioni sono aumentati dell’8,6 per cento nei primi sei mesi dell’anno. Le vendite al dettaglio sono aumentate dell’1 per cento in giugno, il ritmo più veloce dal dicembre di due anni fa.