Indica un intervallo di date:
  • Dal Al
cronaca

Chi sono e dove vivono i ragazzi che non scelgono la scuola di Stato

Vivono principalmente nelle province lombarde. Sono mediamente più ricchi, hanno almeno un genitore laureato e entrambi sono occupati. Ecco l’identikit dei bambini che alla scuola statale preferiscono quella paritaria. A dirlo è l’Istat, che ha raccolto i dati relativi all’anno scolastico 2014/2015 e li ha racchiusi in uno studio uscito nell’aprile scorso. E intitolato appunto “Studenti e scuole dell’istruzione primaria e secondaria in Italia”.

Intanto, una premessa. Scuola paritaria non significa necessariamente privata. Si tratta di istituti non gestiti direttamente dallo Stato e che possono comunque essere pubbliche. Ma che, ovviamente, devono assicurare un livello di istruzione identico a quello delle scuole statali. Realtà che rappresentano il 12,9% del totale, con un picco per le secondarie di secondo grado che raggiungono il 26,2%. E che accolgono il 5,2% degli studenti italiani. In pratica, uno su venti.

Ora, i dati raccolti e pubblicati dall’istituto nazionale di statistica permettono innanzitutto di capire dove queste scuole siano maggiormente presenti. E dove si concentri la maggior quota di studenti che le preferiscono a quelle statali. Per farlo, basta osservare questa mappa:

 

 

 

Di default, la mappa mostra la percentuale di alunni iscritti alle scuole paritarie, dalle primarie alle vecchie superiori, a livello provinciale. E indica come sia la Lombardia la regione in cui è maggiormente diffuso il ricorso a questi istituti. In provincia di Milano li frequenta l’11,4% degli studenti, a Monza l’11,2%, a Lecco il 10%. Il più alto dato non lombardo è quello di Roma, con il 9,9% di studenti iscritti alle paritarie. Delle prime dieci province, però, ben sei sono lombarde. All’estremo opposto, ecco Rieti, Crotone e Nuoro. Qui appena uno studente su 200 non sceglie un istituto statale.

Utilizzando i filtri posti appena sopra la mappa, oltre a zoomare su una singola regione, è possibile anche concentrarsi su un solo grado di istruzione. Ad esempio le primarie, che accolgono il 16,1% degli iscritti di Napoli e provincia, il dato più alto a livello nazionale. O le secondarie di primo grado, tra le quali primeggiano Bergamo e Lecco con l’11,4%. O gli istituti superiori, tra i quali la capofila è Monza, con il 12,2% di studenti che le frequenta.

L’ultimo filtro permette invece di spostare l’attenzione sul numero di scuole paritarie. Ovvero sulla percentuale di istituti in un singolo territorio che non siano a gestione statale. In questo caso a primeggiare è la provincia di Napoli, dove il 38,4% degli istituti non è gestito direttamente dal Ministero dell’Istruzione. Si tratta, approssimando, di due istituti su cinque. L’incidenza maggiore si ha tra le primarie, dove si raggiunge il 39,7%. Tra le secondarie di primo grado si scende al 13,3%, per le secondarie di secondo grado si sale al 58,4%.

E sono appunto gli istituti superiori quelli tra i quali sono maggiormente diffusi gli istituti paritari. Il record spetta a Como, dove si arriva all’84,9% del totale. Seguono Varese con il 75,7% e Pescara con il 64%. Bene, ma chi sono i ragazzi che frequentano queste scuole invece di iscriversi a quelle statali?

Intanto, sono i rampolli di famiglie più ricche. A livello nazionale hanno un reddito medio di 25mila e 100 euro, contro i 15mila e 200 euro dei nuclei familiari dei ragazzi iscritti alle scuole statali. Il 43,2% di loro ha almeno un genitore laureato. Una percentuale più che doppia di quella che si riscontra tra coloro che frequentano gli istituti ministeriali (21,6%). Infine, nel 54,8% dei casi sia le loro mamme che i loro papà sono occupati. Percentuale anche questa superiore a quella riscontrata tra gli iscritti alle statali, che si ferma al 43,7%. I filtri sopra il grafico consentono di spostarsi tra i vari indicatori, ma soprattutto di muoversi tra regioni e province per comprendere quale sia la situazione nel territorio in cui si vive.

Ultimi commenti
  • Silvie |

    Articolo interessante. Non capisco perché la Valle D’Aosta non sia inclusa nella lista delle regioni e Aosta nelle province. La trovo una grande mancanza.

  • Silvie |

    Articolo interessante. Non capisco perché la Valle D’Aosta non sia inclusa nella lista delle regioni e Aosta nelle province. La trovo una grande mancanza.

  • Francesca |

    Io non ho pregiudizi nei confronti di nessun tipo di scuola, è ovvio che con i tempi che corrono ciascun genitore cerca di trovare la migliore situazione per i propri figli. Almeno nella mia esperienza è stato così. Ineccepibile percorso scolastico per il primo figlio, ma un disastro con la seconda nella stessa scuola pubblica di secondo grado. Lui è stato più furbo, più determinato ed è riuscito a prendersi quel pezzo di carta che ora sta sfruttando all’università. Lei forse diversa, forse meno furba o forse inesperta, non è riuscita con la stessa scuola pubblica. In termini di costi mi sono salassata per due anni, tra libri e materiale scolastico e abbonamenti e quant’altro avrò speso sicuramente quei 3-4 mila euro. Perchè? Libri quasi tutti nuovi perchè il corso era sperimentale e quindi anche raschiando online non si trovavano quelli usati (ebay, amazon, comprovendo, libraccio ecc. ecc.). DEBITI SCOLASTICI AL SECONDO ANNO, CORSO DI RECUPERO (ovviamente privato) durante l’estate, spese a volontà…. per arrivare… alla bocciatura di settembre… Risultato? profonda depressione per la ragazza che purtroppo non è riuscita a superare per X motivi quel famigerato esame di riparazione. Ora l’ho iscritta alla scuola privata… non so se a malincuore, non ho ancora realizzato…. ma a volte mi sembra che alcuni docenti pensano di punire i ragazzi perchè li reputano incapaci o capre o chissà cosa ma non realizzano del danno che ne provocano a livello psicologico. E stiamo parlano di una famiglia monoreddito con una media di 25k che vi garantisco non è da ricchi in una famiglia di 4 persone! Quindi scusatemi ma vorrei dire ad “ALCUNI DOCENTI”: abbiate la capacità di stimolare, in quei ragazzi che vi sembrano “non idonei”, la passione per alcune materie. Perchè nessun ragazzo è incapace.

  • Francesca |

    Io non ho pregiudizi nei confronti di nessun tipo di scuola, è ovvio che con i tempi che corrono ciascun genitore cerca di trovare la migliore situazione per i propri figli. Almeno nella mia esperienza è stato così. Ineccepibile percorso scolastico per il primo figlio, ma un disastro con la seconda nella stessa scuola pubblica di secondo grado. Lui è stato più furbo, più determinato ed è riuscito a prendersi quel pezzo di carta che ora sta sfruttando all’università. Lei forse diversa, forse meno furba o forse inesperta, non è riuscita con la stessa scuola pubblica. In termini di costi mi sono salassata per due anni, tra libri e materiale scolastico e abbonamenti e quant’altro avrò speso sicuramente quei 3-4 mila euro. Perchè? Libri quasi tutti nuovi perchè il corso era sperimentale e quindi anche raschiando online non si trovavano quelli usati (ebay, amazon, comprovendo, libraccio ecc. ecc.). DEBITI SCOLASTICI AL SECONDO ANNO, CORSO DI RECUPERO (ovviamente privato) durante l’estate, spese a volontà…. per arrivare… alla bocciatura di settembre… Risultato? profonda depressione per la ragazza che purtroppo non è riuscita a superare per X motivi quel famigerato esame di riparazione. Ora l’ho iscritta alla scuola privata… non so se a malincuore, non ho ancora realizzato…. ma a volte mi sembra che alcuni docenti pensano di punire i ragazzi perchè li reputano incapaci o capre o chissà cosa ma non realizzano del danno che ne provocano a livello psicologico. E stiamo parlano di una famiglia monoreddito con una media di 25k che vi garantisco non è da ricchi in una famiglia di 4 persone! Quindi scusatemi ma vorrei dire ad “ALCUNI DOCENTI”: abbiate la capacità di stimolare, in quei ragazzi che vi sembrano “non idonei”, la passione per alcune materie. Perchè nessun ragazzo è incapace.

  • Marco |

    La risposta è piuttosto semplice.
    Chi si iscrive nelle scuole paritarie,non viene bocciato perché sarebbe controproducente per l’Istituto.
    In pratica la scuola perderebbe degli ipotetici iscritti, mentre la statale deve comunque fare una selezione,per cui nella paritaria non si perdono anni mentre nella pubblica potrebbe capitare.
    Ovviamente la preparazione è inferiore nella paritaria…lo dico per esperienza personale.

Suggeriti