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tecnologia

Agenda digitale, Italia paralizzata. Cosa è accaduto negli ultimi quattro anni

La Commissione europea ha recentemente reso noti i dati relativi all’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI – Digital Economy and Society Index) per i vari paesi membri calcolati sul periodo temporale 2014-2018.

Queste informazioni, raccolte poi da Data World, servono per avere un quadro dello scenario europeo declinato in funzione di cinque diversi ambiti della competitività delle nazioni sul fronte dell’adozione delle tecnologie digitali.

Ad ogni nazione è stato associato un punteggio per le cinque voci prese in esame per vedere se e come ci sia una tendenza verso quello che dovrebbe essere il futuro tracciato dal progresso tecnologico.

Nello specifico, sono stati presi in considerazione: Connettività (Connectivity) per misurare utilizzo, qualità di infrastrutture e possibilità di accesso alla banda larga; Capitale umano (Human Capital) per controllare le competenze necessarie per sfruttare l’offerta digitale; Utilizzo di internet (Use of internet) scalato su varie realtà quotidiane che spaziano dalla fruizione sia di contenuti (musica, film, video) sia di servizi (e-commerce, home banking); Utilizzo della tecnologia digitale in ambito business (Integration of Digital Technology) come indicatore dell’efficienza intesa sia come riduzione di costi e tempi per una migliore qualità di servizio, sia come maggiore possibilità di interfacciarsi con mercati internazionali; Servizi pubblici digitali (Digital Public Services) con l’obiettivo di quantificare il tasso di della pubblica amministrazione, specialmente per i cosiddetti ambiti di eGovernment e eHealth.

Nell’infografica interattiva che segue, per ognuno dei cinque sotto-indicatori è stata rappresentata una trend line a gradini articolata sul periodo preso in esame avente una linea spezzata per ogni nazione.
L’Italia è contraddistinta dal colore azzurro, il valore medio europeo è indicato in rosso, mentre tutti gli altri paesi membri sono colorati di verde.
Con lo stesso schema di colore è stato poi costruito anche l’istogramma a barre che rappresenta il quadro del 2018 in cui per ogni nazione è raffigurata la somma complessiva degli indicatori, analogamente a quanto viene fatto nella mappa dove il medesimo valore è contraddistinto da un tono di intensità crescente all’aumentare dell’indicatore complessivo.
Cliccando sui singoli paesi nei vari grafici è possibile ottenere sia il dettaglio dei valori sia mettere in evidenza il medesimo paese nelle altre rappresentazioni.

Le nazioni più avanzate dal punto di vista tecnologico, ed in questo caso digitale, sono sempre quelle della zona settentrionale-baltica.

Esaminando il valore omnicomprensivo dell’indicatore DESI per il 2018, Danimarca (71,7), Svezia (70,4), Finlandia (70,1) e Olanda (69,8) sono gli unici quattro paesi ad avere un punteggio in prossimità, se non addirittura superiore, di quota settanta, seguiti poi da Lussemburgo (62,8), Irlanda (61,2), Regno Unito (61,2) e Belgio (60,7), a loro volta facenti parte del secondo insieme più prestigioso, ossia al di sopra dei sessanta punti.

Il valore medio dell’Unione è poco al di sotto dei cinquantaquattro punti (53,9) e suddivide concettualmente l’Europa tra nazioni più o meno digitalizzate. E tra le realtà più obsolete spicca nostro malgrado l’Italia che, con un punteggio complessivo di 44,2 figura al quart’ultimo posto, facendo meglio solo di Bulgaria (41), Grecia (38,4) e Romania, fanalino di coda digitale con appena 37,5 punti.

Se per gli ambiti legati al Capitale umano e l’Uso di internet il nostro paese risulta parecchio distante dal valore medio europeo, dal punto di vista dell’Integrazione della tecnologia digitale e dei Servizi pubblici digitali il gap è quantomeno più contenuto, anche se questi ultimi due trend temporali paiono avere andamenti un po’ diversi tra loro.

Nel primo caso infatti (quarto nell’ordine di presentazione dell’infografica), pur arrivando sempre in prossimità del valore medio europeo nel 2018 (7,3 contro 8,0), la differenza che si presentava nel 2014 era decisamente maggiore (3,7 contro 5,4), mentre nel secondo (quinto nell’ordine dei grafici) appare evidente come nel 2014 il valore italiano fosse praticamente in linea con la media (6,6 contro 6,7), sintomo quindi di un trend che è sì cresciuto, ma non alla stessa velocità delle altre nazioni, assestandosi a quasi un punto pieno di distanza (7,8 contro 8,6).

Esaminando infine i paesi con i punteggi migliori nei singoli ambiti di interesse, la Danimarca figura prima oltre che per l’indicatore complessivo anche per l’Utilizzo di internet (11,2 nel 2018) e per l’Integrazione della tecnologia digitale (12,4), mentre la Finlandia guida le graduatorie per Capitale umano (primo posto per distacco con 19,8) e Servizi pubblici digitali (11,8), lasciando quindi all’Olanda (quarta nella classifica combinata) il titolo di primatista sul tema della connettività alle infrastrutture di rete (20,3).