Non sarà l’anno dei record, ma il 2013 per la gioielleria italiana resta un anno di consolidamento e di crescita, anche grazie al rallentamento della corsa delle materie prime. […] Nei primi nove mesi il fatturato delle imprese della gioielleria e della bigiotteria ha registrato un incremento del 5,8%, grazie ad un +6,9% dell’export. Un trend confermato anche in ottobre, quando l’incremento è stato addirittura dell’11,6%, secondo i dati del rapporto congiunto realizzato dal Club degli Orafi Italia e dal servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. Ancora una volta la debolezza del mercato europeo è stata più che bilanciata dal buon andamento degli Emirati Arabi Uniti (+35,4%), degli Stati Uniti (+5,3%) e di Hong Kong (+11,2%). In Europa, invece, rallentano le esportazioni in tutti i mercati principali, compresa la Svizzera, che resta il primo Paese di sbocco anche perché sede di poli logistici di diverse griffe che poi da lì distribuiscono globalmente.
Secondo il presidente del Club degli Orafi Italia, Augusto Ungarelli, le esportazioni del tessuto produttivo italiano restano positive perché i prodotti italiani continuano ad avere un appeal a livello globale. La gioielleria in Italia, con le sue 9 mila imprese, è un settore ancora consistente che mantiene le caratteristiche artigianali. Inoltre, prosegue Ungarelli «In questo momento abbiamo un vantaggio competitivo rispetto ad altri Paesi: abbiamo un’alta qualità non solo di prodotto, ma anche di sistema. Non è casuale che l’Italia sia fornitore per i più grandi brand al mondo: oltre a valori estetici e creativi, possiamo vantare anche alti standard di valori etici, a partire dalla tracciabilità delle materie prime».
Tratto da Il Sole 24 ORE, venerdì 17 gennaio 2014
Filiera orafa «miniera» dei big brand