Neanche il più visionario startupper può illudersi che un centinaio di piccoli imprenditori possa risollevare le sorti di destinazione Italia. Che resta dietro a competitor accaniti come Spagna, Francia e Cina. Che lascia decadere il proprio patrimonio culturale. Che quanto a modernizzazione delle tecnologie nel turismo è dietro a un paese come lo Zimbabwe. Ma, di certo, le startup del turismo lanciano un segnale positivo di successo a chi crede nelle possibilità di innovare partendo dalle singole iniziative.
Sono sempre più numerose le aziende che cercano di scardinare la logica delle grandi piattaforme per prenotazione che trattengono una parte importante dei guadagni delle struttura ricettive. Queste startup si pongono come obiettivo quello di offrire a consumatori e operatori una via alternativa, proponendo servizi di booking diversi ed eliminando così gli intermediari.
Le proposte sono diverse, alcuni offrono pacchetti week end scontati fino all’ 80% grazie all’utilizzo di buoni, altri danno al cliente la possibilità di “contrattare” il prezzo del soggiorno. Alcune imprese hanno poi creato booking engine che le strutture possono inserire all’interno delle loro pagine facebook per fare e-commerce direttamente sui social network.
Ma il settore sempre più in crescita è quello delle app che offrono contenuti o servizi a valore aggiunto.
Tratto da Il Sole 24 ORE di domenica 26 gennaio 2014.
Turismo in Italia, le startup ci credono