Patto di stabilità batte ritardi nei pagamenti 12 a 1. Ma in palio non c’è alcuna coppa. Anzi, la vittoria è amara, soprattutto per le imprese, costrette ad attendere il saldo di una fattura dalle amministrazioni pubbliche, comprese quelle che hanno in cassa i soldi per pagare, ma non possono farlo. Pena, appunto, le temibili sanzioni per chi viola il patto di stabilità interno.
Queste sanzioni sono 12 volte più pesanti di quelle approntate dalla direttiva pagamenti per i ritardatari. Se l’Italia deve fare ora i conti con Bruxelles, che ha appena aperto una procedura di infrazione per i ritardi nei pagamenti (si veda Il Sole 24 Ore del 18 giugno), dunque, uno dei motivi è anche legato alle sanzioni. Già perchè come sanno bene gli enti locali posti tutti i giorni di fronte al dilemma, si rischia molto di più a pagare che a non pagare.
In poche parole, per l’ente locale diventa più conveniente non pagare l’impresa per 12 anni e versare ogni anno la mora indicata dalla direttiva, piuttosto che saldare subito il dovuto e sforare il patto. Secondo i calcoli dell’Ance, l’associazione dei consumatori, che ha messo a confronto le due normative, solo al raggiungimento del tredicesimo anno di ritardo il conto si pareggia.
Tratto da Il Sole 24 ORE, lunedì 23 giugno p.9
Per gli enti locali il «dilemma» dei pagamenti