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tecnologia

Il cloud computing in Italia all’assalto del cielo

 

In Italia il cloud inteso come nuvola pubblica è aumentato del 40% rispetto all’anno scorso raggiungendo quota 320 milioni di euro. Accanto all’adozione dei servizi della nuvola pubblica esiste un percorso interno abilitante che le organizzazioni devono affrontare per prepararsi a un modello Cloud evoluto, verso un Sistema Informativo ibrido: la Cloud Enabling Infrastructure. Il mercato relativo, notevolmente più ampio della sola componente Public Cloud, vale in Italia 860 milioni di euro di euro, e registra un tasso di crescita del 28%
La Cloud Enabling Infrastructure, per l’Osservatorio Cloud & ICT as a Service è un percorso interno abilitante che le organizzazioni devono affrontare per prepararsi a un modello Cloud evoluto… detto in poche parole sono tutte quelle soluzioni che vengono adottate dalle imprese per fare evolvere dall’interno i propri Sistemi Informativi con l’obiettivo di creare le condizioni abilitanti per poter sfruttare al meglio le opportunità del Public Cloud.

L’analisi sulla complessità dei contratti ha permesso di identificare che, mentre per il 61% del campione i contratti sono risultati essere molto chiari e trasparenti, il 39% dei rispondenti ha riscontrato una criticità nella lunghezza e complessità di tali contratti, che risultano quindi poco trasparenti e di difficile comprensione e consultazione. Questi risultati evidenziano come vi sia un alto numero di PMI che non pone grande importanza alle clausole contrattuali nella fase di scelta e stipula di un contratto Cloud. In particolare, la clausola contrattuale che è stata percepita come maggiormente unfair è risultata essere la limitazione di responsabilità del fornitore in caso di perdita di dati (37%), seguita dal diritto da parte del fornitore alla sospensione del servizio (29%) e dall’assenza di obblighi in merito ai tempi di intervento in caso di problematiche (22%).

 

Dalla Ricerca emerge invece che i contenuti contrattuali sembrano non influenzare la scelta di acquisire o meno un servizio Cloud.
Sebbene il 51% dei rispondenti alla survey non abbia riscontrato infatti alcuna criticità, il 44% del campione dichiara di non averle analizzate prima di implementare la nuova tecnologia
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La Ricerca ha indagato il rapporto cliente-fornitore tramite un’analisi che ha preso in considerazione 60 servizi Public Cloud, approfondendo i contenuti presenti sui siti dei provider di servizi Cloud e in particolare analizzandone la reperibilità.Dall’indagine emerge che, mentre alcune informazioni come i dettagli sul fornitore, l’utilizzo di subfornitori, il trattamento e la riservatezza dei dati personali, le norme circa l’esclusione e la limitazione di responsabilità del fornitore (98% dei casi) sono sempre presenti, vi sono aspetti poco reperibili come quelli relativi alla localizzazione geografica dei Data Center (32%), ai livelli di servizio (SLA) e all’entità delle penali in caso di disservizio (44%).