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Debiti Pa, gli enti locali pagano a singhiozzo: scopri se il tuo Comune è in regola

C’è un «tesoretto» da un miliardo e 700 milioni di euro destinato a saldare le imprese in arretrato, ma fermo nei cassetti. In parte perché alcuni enti locali si sono decisi a chiedere anticipazioni di liquidità per pagare i debiti solo negli ultimi mesi, in parte (ma la cifra non è quantificabile) perché si tratta di fondi che i Comuni hanno in realtà già pagato, ma che scontano problemi nella rendicontazione. Scopri se il Comune in cui vivi è in regola o meno con i pagamenti alle imprese (in base ai dati del ministero dell’Economia, aggiornati al 23 settembre 2014).

I pagamenti della Pa: chi è in regola e chi no con i debiti verso i privati
I pagamenti della Pa: chi è in regola e chi no con i debiti verso i privati

 

Il risultato è che a oggi, secondo i dati diffusi dal ministero dell’Economia il 23 settembre, almeno il 21% delle risorse erogate ai Comuni non risulta ancora pagato ai privati (in linea, con la media nazionale del 19%). Esistono, inoltre, 89 Comuni con debiti 2013 – che hanno «chiesto aiuto» allo Stato solo nell’ultima tranche e solo nell’estate scorsa. Enti anche grandi (Catania da sola ha chiesto quasi 200 milioni, Catanzaro 18 oltre agli otto del Patto di stabilità). Particolarmente critica la situazione nella città etnea che dichiara un tempo medio di pagamenti delle imprese nel 2013 di ben 469 giorni. Tra i Comuni capoluogo più indebitati risulta in affanno anche Reggio Calabria: è pari al 53% lo stato di avanzamento rendicontato. Il Comune attraversa una gravissima crisi di liquidità.

Cerca il tuo Comune e scopri se è in regola con i pagamenti alle imprese
Cerca il tuo Comune e scopri se è in regola con i pagamenti alle imprese

 

Alcune lentezze, inoltre, non sono riconducibili agli enti locali. Per Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige, ad esempio, due aree formalmente a zero nei pagamenti, il nodo è tecnico: la rendicontazione fatta su base regionale non specifica le spese sostenute da ogni ente. Non sempre, infatti, la registrazione sulla piattaforma della Ragioneria per il monitoraggio del Patto va a buon fine. Parte di quel 20% di enti in affanno potrebbe in realtà aver già saldato ed essere “vittima” di un ritardo nel caricamento dei dati (soprattutto per l’ultima tranche). È il caso, ad esempio, di Torino, che secondo il Mef sarebbe al 90% mentre al «Sole 24 Ore» dichiara un adempimento totale, concluso negli ultimi giorni. O di Salerno, che vanta un 100% di pagamenti (contro il 65% “ufficiale”). Poi c’è Nuoro, che per il Mef risulterebbe ancora a zero. E invece dichiara di aver già speso tutti gli spazi finanziari ricevuti. In controtendenza, infine, ci sono anche i comuni super-adempienti: una manciata di enti che risultano aver pagato più del 100% di quanto ricevuto. Ma il mistero è più facile da svelare: qualche Comune è riuscito a dedicare all’operazione “sblocca-debiti” anche risorse proprie oltre a quelle assegnate dello Stato.

Fonte dati: Ministero dell’Economia.
Elaborazione Valeria Uva, Michela Finizio e Andrea Gianotti