Si accende il dibattito sul ruolo della trasparenza nell’ambito di Expo 2015. Le elaborazioni dei dati pubblicati sul portale Open Expo si moltiplicano ma – come abbiamo scritto in un recente post su questo blog – spesso vengono inquinate da fatti di cronaca: nelle ultime settimane, prima ancora del dato, sono state le vicende giudiziarie a mettere in dubbio la tabella di marcia del cantiere di Expo 2015. Questo è il senso del post che ha fatto discutere, senza togliere importanza all’operazione trasparenza promossa dalla stessa società Expo Spa: la pubblicazione di questi dati, raccolti da 34 diverse direzioni lavori e di difficile lettura, sono la dimostrazione che mettere a disposizione informazioni così complesse non è sempre facile. Lo ribadisce anche lo stesso responsabile dell’operazione, il professor Giovanni Menduni del Politecnico di Milano, in un suo intervento di reazione al nostro post inviatoci questo pomeriggio (che qui sotto pubblichiamo): il professore pone alcuni interessanti interrogativi sulla natura “ispettiva” degli open data. Per chi li produce non sempre si tratta di un’operazione volta a svelare informazioni nascoste, ma per noi giornalisti interrogare i dati ha il prevalente scopo di liberare informazioni altrimenti difficili da ottenere. Il dibattito continua…
Il responsabile di Open Expo: l’open data non libera informazioni nascoste
Il pezzo di Michela Finizio di ieri, sulla continua rincorsa tra i dati aperti di Expo e la cronaca quotidiana, merita qualche ulteriore riflessione. Gli open data, è bene chiarirlo, sono un iceberg la cui piccola parte emersa è ciò che si vede su internet. Ma la maggior parte del lavoro sta nei processi che producono quei dati. Produrre open data non è una operazione di tipo “ispettivo”, che libera informazioni altrimenti nascoste e che poi, alla fine dell’ispezione verrebbe da dire, nascoste torneranno. È al contrario la revisione della filiera di produzione in modo che il flusso di informazioni pubbliche nasca intrinsecamente aperto e trovi nella pubblicazione e nel riuso, un momento naturale coerente con tutta la genesi del dato.
Questo è una lavoro faticoso, poco visibile e, per molti aspetti, abbastanza lontano dalla cultura amministrativa del nostro Paese. È tuttavia una semina che val la pena di fare, perché i frutti, quando arrivano, sono abbondanti e soprattutto duraturi. È l’approccio con il quale Wikitalia ha affrontato il progetto Openexpo, lontano dai sensazionalismi, dal “botto” del dato eclatante, ma cercando di attivare invece un bocchettone che sforni a regime informazioni coerenti, certificate ed affidabili. Lo abbiamo fatto in tempi rapidi, in una situazione, come sappiamo, non facile tanto che il portale è tuttora un cantiere aperto e in piena attività. Seguendo questa impostazione, l’importante non è avere questa o quella tabella affannosamente buttata alla bell’e meglio su una pagina web, nella continua rincorsa dell’evento. Open Expo garantisce, già oggi, la pubblicazione dei dati nel giro di pochi giorni dalla loro formalizzazione amministrativa, con tempi e modi che, giorno dopo giorno, andiamo certificando e riducendo sempre più all’osso.
Ci sono foto prese al volo da un telefonino e fortunosamente postate on line, che hanno cambiato il mondo, Non è questo, tuttavia, il nostro specifico lavoro. Open Expo è un hub dove si trova, probabilmente, l’immagine sinottica più completa e aggiornata dei lavori dell’Esposizione di Milano. Una immagine che si aggiorna con continuità e regolarità secondo un protocollo pubblico e chiaro. Open Expo attiva processi, stimola curiosità ma, soprattutto, consente di capire veramente come vanno le cose. E la nostra Associazione di cittadini attivi, che questo lavoro ha svolto in maniera tanto appassionata, non può far entrambe le parti in commedia, di pubblicare il dato per i cittadini e pure commentarlo. Altrimenti avrebbe l’unico risultato di inquinarlo. Con la cronaca, appunto.
(scritto dal professor Giovanni Menduni del dipartimento di ingegneria civile e ambientale del Politecnico di Milano)