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Startup, è finito l’effetto del Fondo Ht. Calano gli investimenti nel mercato delle nuove imprese

I dati del primo semestre non mentono. Se guardiamo alle operazioni di investimento di operatori istituzionali, fondi e venture capital per le startup italiane tira brutta aria. Solo 54 deal di finanziamento per un totale di 17 milioni di euro nei primi sei mesi dell’anno. L’anno scorso nell’arco dei dodici mesi il mercato era da 81 milioni di euro e le operazioni erano il triplo. “Per tirare le somme dobbiamo aspettare la fine dell’anno – spiega Anna Gervasoni direttore generale di Aifi(Associazione italiana del private equity e venture capital) che oggi (martedì 21 ottobre) ha presentato i dati semestrali  – ma un calo è innegabile. Il motivo è che da quest’anno non è più operativo il fondo Ht per il mezzogiorno  che aveva iniettato capitali per tutto il 2013″. Questi fondi hanno in qualche modo sballato le statistiche e la consistenza reale del mercato delle startup. Ricordiamo che su quattro Sgr tre hanno operato, mentre una non ha utilizzato i fondi. Sono stati investiti oltre 80 milioni e fino ad ora sono stati creati oltre 700 posti di lavoro. “Da quest’anno – continua la Gervasoni – il mercato da solo. E il calo è un segnale che dimostra come questi strumenti hanno rappresentato un polmone vitale per questo mercato”.  Senza troppi giri di parole, gli operatori quindi si augurano che il Fondo italiano di investimento si metta in moto presto così come il pacchetto di aiuti alle startup.

Anche dal grafico che mostra le exit e quindi i disinvestimenti degli operatori di venture capital appare chiaro che nel tempo qualcosa si è guastato.  Certo, il capitale di rischio chiede tempi lunghi e il nostro è un mercato giovane tuttavia. è innegabile che gli investitori professionali faticano a uscire (con profitto) dalle startup.

Ma il problema è a monte. Come sottolineano dall’Aifi gli investitori privati sono ancora pochi e hanno pochi capitali. I dati del rapporto Pwc confermano il boom degli investimenti seed (finanziamenti di piccolo taglio fino a 50-100mila euro).   Il rischio è di assistere a una moria di startup-nane. Troppo gracili per resistere in assenza di investimenti di supporto (expansion) o di una risposta reattiva del mercato. Questo rischio era stato paventato già nel rapporto Vem 2013. L’anno scorso solo 81 milioni di euro sono investimenti early stage. In parole povere, i finanziamenti per startup sono tornati ai livelli del 2011.

 

Di buono c’è la sensazione che “la domanda e l’interesse per le startup non sono calati”, almeno a sentire gli analisti di Aifi. “Lo vediamo da tanti segnali”, aggiunge la Gervasoni. In Europa sicuramente, come mostra il grafico in alto, non si respira aria di crisi. Di seguito un elenco delle principali operazioni di investimento, degli anni scorsi.