Su LinkedIn Milano è la città numero uno per le professioni legata alla moda e al design. Torino offre skill nell’aerospazio mentre Roma, inaspettatamente, ospita una nutrita schiera di sviluppatori Java. Il social network per professionisti per la prima volta è in grado di mostrare una mappa degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, in cui è possibile visualizzare le skill maggiormente rappresentate utilizzando i dati provenienti da più di 175 milioni di utenti presenti sulla piattaforma.
I dati italiani riguardano circa 7 milioni di utenti e le città rappresentate (quelle quindi con un numero minimo di utenti registrati) sono Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli.L’analisi di LinkedIn parte dalle competenze e dalle posizioni lavorative indicate dagli utenti sui propri profili costruire la mappa – che mette in evidenza le competenze presenti in ogni città.
Questa iniziativa di LinkedIn rientra nel piano di sviluppo dell’Economic Graph, una rappresentazione digitale dell’economia globale grazie alla quale LinkedIn si propone di costruire una mappa unica globale in cui far convivere domanda e offerta per ogni campo, aiutando gli utenti a trovare ottime opportunità e le aziende (e anche gli headhunter) a semplificare le ricerche.187 milioni di utenti (4 milioni in Italia). Per i prossimi anni la promessa è di continuare ad innovare nelle aree della identità professionale (i profili, il motore di ricerca e i contatti), degli insight (LinkedIn Today, i gruppi, gli influencer), del mobile e delle API. Più ambizioso e è la vision di lungo periodo, come ha dichiarato Jeff Weiner, ceo di LinkedIn: “l’obiettivo finale è quello di sviluppare il primo grafo economico mondiale”. In pratica Weiner sta lavorando per mappare l’economia globale, le connessioni tra le persone e dunque le professionalità, le aziende, la conoscenza delle persone. L’obiettivo è quello di riuscire ad individuare in tempo reale le opportunità economiche e colmare le asimmetrie informative del mercato del lavoro. Chiaramente, in parte, facendosi pagare per questo.
L’articolo su Il Sole 24 Ore.com – Dataviz a cura di Andrea Gianotti