Gli anglosassoni lo chiamano Pompei paradox, un caso da manuale (e un’onta per l’Italia) studiato nelle scuole di business di mezzo mondo. Basta fare due passi per Pompei per solidarizzare d’istinto con i turisti fuggitivi. Con un ribaltamento del paradigma: le autentiche rovine fisiche (e morali) sono monopolio della città contemporanea, non certo degli scavi. Tradotto in versione turistica: manca tutto, non solo gli hotel a cinque stelle. Un contesto che fa a pugni con le regole essenziali del turismo.
Ambrogio Prezioso, neo presidente degli industriali di Napoli, propone una soluzione a questo paradosso: realizzare, con l’aiuto del sostegno pubblico e di imprenditori privati, un hub turistico e culturale che dovrebbe ospitare e trattenere i 2,5 milioni di turisti che ogni anno visitano non solo Pompei, ma anche Oplontis, Ercolano, Bosco Reale e le ville romane di Stabia. L’area designata per la realizzazione di questo progetto è Marina di Stabia, il porto turistico con mille posti barca disegnato da Massimiliano Fuksas, a due chilometri in linea d’aria dagli scavi.
Tratto da Il Sole 24 Ore, domenica 09 novembre 2014 p.15