I dati sono di agosto e sono presi dalla banche dati della Banca Mondiale, Fmi, Oms e del dipartimento di salute di Hong Kong. Ogni sistema sanitario è valutato in base a tre criteri: l’aspettativa di vita (vale il 60% dell’indice), il costo delle cure in percentuale sul Pil (30%) e le spese mediche totali pro-capite (10%). Quest’ultima voce comprende anche le spese per le campagne di prevenzione, quella sull’alimentazione, il pronto soccorso e le attività per le famiglie. La classifica di Bloomberg si basa sui paesi con una popolazione di almeno 5 milioni di persone, un pil pro capite superiore a 5.000 dollari e un’aspettativa di vita minima di 70 anni.
I risultati.
Singapore quest’anno ha superato Hong Kong. Come conferma il grafico interattivo nonostante la crescita della spesa il Governo ha tagliato gli investimenti per le cure sostenuto dalla fascia più povera della popolazione. L’Italia ha guadagnato tre posizioni. Vediamo i dati nello specifico. siamo terzi per aspettativa di vita , 11esimi per spese della sanità in percentuale sul Pil (9% contro il 17 degli Stati Uniti che guidano la classifica). Anche sulle spese sanitarie pro capite siamo a metà classifica con tremila dollari. In Svizzera, Stati Uniti e Norvegia i costi si aggirano intorno ai 9mila dollari, più del triplo.In pratica pur spendendo meno di buona parte dei Paesi “ricchi” abbiamo una vita media più lunga. Merito dei nostri medici o della nostra pellaccia dura?
Fonte: Bloomberg. Dataviz: Andrea Gianotti.