Una premessa: 81 su 116 i capoluoghi al 31 dicembre 2013 hanno aderito al Patto dei sindaci e quimdi si sono impegnati a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 20% entro il 2020. 50 hanno già approvato il Piano di azione per l’energia sostenibile. I Comuni hanno messo in atto una gestione ecocompatibile o smart per usare una parola molto di moda. L’Istat è stata chiamata a misurarne l’operato analizzando più voci e più pratiche. L’analisi non è semplici. Tuttavia i dati in possesso dell’istituto di statistica testimoniano che permangono inefficienze nell’erogazione dell’acqua potabile.
La classifica come parametro usa quello della dispersione in base all’acqua erogata vede Lecco, Milano e Monza in testa alla classifica come città virtuose. In fondo al ranking Cosenza, Campobasso e Frosinone. In media nel 2012 le dispersioni delle reti di distribuzione comunali sono pari al 34%.
Gli indicatori di utilizzo della risorsa idropotabile descrivono da oltre un decennio un miglioramento nel quadro del comportamento di consumo dell’acqua (fatturata per uso civile domestico) in calo e pari in media nei capoluoghi a 172 litri per abitante al giorno nel 201223, a fronte dei quasi 210 del 2000. La contrazione della pressione della domanda degli utenti non si traduce tuttavia in un’effettiva riduzione del consumo della risorsa idropotabile, principalmente a causa delle persistenti inefficienze della rete di distribuzione, che permangono molto elevate (pari al 34%): dei 420 litri per abitante immessi giornalmente nella rete di distribuzione dei capoluoghi, se ne riescono a erogare circa 276. In quattro comuni su cinque la dispersione di rete è superiore al 20%, e questo si verifica anche in tutti i grandi comuni a eccezione di Milano, con dispersioni che a Catania e Cagliari arrivano a superare la metà della quantità di acqua immessa nella rete di distribuzione comunale. Nel 2012, inoltre, 14 comuni hanno fatto ricorso a misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua per uso civile domestico, tutti distribuiti tra Lazio, Calabria, Sicilia e Sardegna, ad eccezione di Ascoli Piceno.
Fonte: Istat. Dataviz: Andrea Gianotti.