Quattro, anzi cinque info interattive per raccontare il 2014. Abbiamo scelto le tasse, un grafico interattivo che illustra quanto ha incassato lo Stato dalle imposte dirette e indirette negli ultimi 12 anni. Poi l’analisi sul costo della disuguaglianza sulla crescita. Sul divario tra ricchi e poveri che non è mai stato così ampio da 30 anni a questa parte. E la classifica delle province italiana sulla base dell’indice del benessere calcolato dall’Ocse. Infine un gioco: quanto costa il caffè nel mondo?
Dal 2002 a oggi ecco quanto ha incassato lo Stato dalle imposte dirette e indirette. Nell’info interattiva anche l’andamento delle singoli voci di entrata (dal bollo all’Imu) e come è cresciuto l’Irpef con le addizionali. Dataviz Andrea Gianotti con il contributo di Giovanni Parente.
Quanto al periodo gennaio-settembre 2014 le entrate Tributarie sono risultate in lievissima crescita (+0,1%). Lo segnala una nota del ministero dell’Economia dalla quale emerge che calano Irpef e Ires e cresce l’Iva. Entrando nel dettaglio nel periodo gennaio-settembre 2014 le entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 290.756 milioni di euro, in lieve crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+0,1%, pari a +164 milioni di euro). Calo del 2,7% per le imposte dirette. Qui l’articolo sul Il Sole 24 Ore
L’Indice del benessere regionale dell’Ocse scompone i 34 Paesi industrializzati in 362 regioni e concentra gli indicatori in 8 categorie e in voti da 0 a 100. Il secondo rapporto, How’s Life in Your Region, rivela grandi differenze nel benessere delle regioni rappresentate. Spagna e Italia, per esempio, mostrano la più grande disparità al loro interno per i tassi di disoccupazione. Entrando più nello specifico, nella data viz si può avere una idea del posizionamento delle nostre regioni rispetto a quelle dei paesi industrializzati. Si possono selezionare due parametri (per esempio, l’occupazione e il livello di inquinamento), per vedere come sono posizionate le nostre regione tra loro e rispetto a quelle degli altri paesi. Si possono scegliere per ogni Paese due parametri alla volta o stilare una graduatoria tenendo conto di un solo indicatore. Come riportato da Radiocor, si scopre che mentre la Provincia di Bolzano e’ nel top 15% delle regioni Ocse per il mercato del lavoro, la Campania e’ nell’1% con la situazione peggiore. L’articolo completo lo trovate qui.
Secondo l’Ocse negli anni della crisi il divario tra ricchi e poveri è fortemente aumentato. Anzi, non è mai stato così ampio da 30 anni a questa parte. Si legga l’articolo del Sole 24 Ore online Una situazione che ha un forte impatto sul rallentamento della crescita economica. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2011-2012 il reddito del 10% della popolazione più ricca è superiore di 9,5 volte a quello del 10% della popolazione più povera. Il cui reddito è infatti cresciuto, ma a ritmi più lenti. A metà degli Ottanta il rapporto era di 7 a 1. Gli analisti francesi hanno anche calcolato l’impatto della diseguaglianza sulla crescita. Per farlo hanno utilizzato il coefficiente di Gini (il valore varia da zero se il rapporto è perfetto a 1 se l’intero reddito va a una persona sola) e hanno constatato che tra il 1985 e il 2011-2012 (le rilevazioni variano a seconda dei Paesi) il coefficiente è cresciuto di tre punti, passando in media Ocse dallo 0,29 allo 0,32. L’aumento del coefficiente che cambia da paese a paese si traduce in una perdita potenziale di aumento del Pil nell’ordine dello 0,35% all’anno. Calcolato su 25 anni si ottiene l’8,5% del Pil. Qui il documento dell’Ocse che spiega il calcolo. Come rappresentato nel grafico in Italia l’impatto della disuguaglianza è del 6,65% mentre la crescita che si sarebbe realizzata senza l’impatto della disuguaglianza è del 14,6 per cento.
Nel 2000 la ricchezza del mondo è passata da 117 a 262 trillioni di dollari (+8,3% rispetto al 2013). Lo calcola un rapporto del Credit Suisse dal titolo Global Wealth. Affidandoci un po’ alla statistica più facile fanno 56mila dollari a persona. Ma la distribuzione della ricchezza non conosce la media aritmetica. Le risorse e le “fortune” del pianeta non sono distribuite secondo principi di uguaglianza. Meno dell’1% degli adulti del pianeta possiede il 44% del patrimonio globale.
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E’ stata una delle info più semplici del 2014 ma anche una delle più apprezzate. Non va spiegata. La notizia è anche un avvertimento. Non prendete mai un cappuccino in Svizzera. Qui l’articolo.