Fonte: Istat. Dataviz: Andrea Gianotti.
Nel terzo trimestre del 2014, ha comunicato l’Istat, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici italiane in valori correnti è aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Mentre la spesa, in valori correnti, è risultata invariata rispetto al trimestre precedente e in lieve aumento (+0,4%) rispetto al corrispondente periodo del 2013.
Quindi: nonostante l’aumento del reddito, cresce infatti la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici che, misurata al netto della stagionalità, è stata pari al 10,8% nel terzo trimestre, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al secondo e di 0,9 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2013.
L’aumento del reddito (tra cui gli 80 euro elargiti dal Governo Renzi) non si è tradotto finora in una aumento dei consumi. Il tasso di investimento. aggiugne Istat, delle famiglie è stato pari al 6%, in diminuzione sia rispetto al trimestre precedente (-0,2 punti percentuali), sia al terzo trimestre del 2013 (-0,4 punti percentuali).
Per valutare meglio questi dati sui consumi abbiamo analizzato i dati Eurostat relativi ai consumi individuali effetti, un indice (Actual individual consuption Aic) che misura il benessere materiale delle famiglie e dà l’idea dei beni e servizi realmente acquistati dal cittadino.I dati sono del 2013 quindi vanno letti senza tenere conto delle polite sui redditi degli ultimi mesi. L’andamento dell’Aic mostra però bene la crisi dei consumi in Italia rispetto agli altri paesi del vecchio continente. i Consumi individuali effettivi, espressi in termini di potere d’acquisto nei diversi Stati membri sono andati dal 49% al 136%. L’Italia tiene la posizione attestandosi intorno alla media comunitaria ma nell’ultimo biennio ha perso terreno, e i consumi individuali sono passati dal 106 al 100% della media Ue. Quanto al Pil pro capite, l’Italia è in lieve calo rispetto al 2012 e 2011.
Fonte: Eurostat. Dataviz: Andrea Gianotti.