Bancarelle, food truck, furgoncini per la vendita a chilometro zero, paninari e nuove forme di commercio in forma itinerante. Il fenomeno del decennio 2004-2014 è il commercio ambulante, aumentato del 36% e arrivato a rappresentare oltre un quinto delle imprese del commercio registrate: un incremento ascrivibile in parte alla popolazione immigrata, ma in parte a scelte di sopravvivenza, a fronte dei crescenti costi di gestione dei locali, soprattutto nei grandi centri urbani.
A fornire un quadro dell’evoluzione della struttura distributiva sono le rilevazioni di Confesercenti relative a una dozzina di comparti (selezionati per confrontabilità dei dati statistici in questo arco di tempo). Ed è proprio l’espansione del commercio ambulante a influire sul significativo tasso di crescita rilevato nell’insieme delle undici categorie considerate dall’indagine di Confesercenti.
Il dato va letto insieme alla crisi economica. Non è un caso infatti che la maggior parte delle attività ambulanti siano registrate al Sud: a Catanzaro e Caserta si contano fino a 70 imprese per il commercio itinerante ogni 10mila abitanti. Anche in alcune province toscane, come Massa Carrara e Pisa, la densità di attività ambulanti è molto elevata.
Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato su Infodatablog la mappa della presenza di panifici e dei parrucchieri in Italia. Questa è quindi la terza puntata di un approfondimento sul commercio locale, a cui seguiranno nei prossimi giorni altre classifiche.
Elaborazione dati: Michela Finizio e Andrea Gianotti – Negozi, cresce il turnover: meno mercerie, più vetrine di abbigliamento (articolo di Rossella Cadeo)