«Il debito è un problema importante, ma non necessariamente quello principale. Bisogna creare competitività e crescita che ne permetteranno il rimborso, magari riducendo i tassi d’interesse e aumentando le maturità, purché ci sia un buon programma economico».
Con queste parole Jean-Claude Trichet, ex presidente della Banca centrale europea, esprime l’importanza per la Grecia del recupero di un equilibrio finanziario, della competitività e della creazione di occupazione per il risanamento economico.
Attualmente il debito pubblico greco ammonta a 330 miliardi di euro, pari al 180% del Pil, di cui il 43% (142 miliardi di euro) è detenuto dal Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf), con scadenza a partire dal 2023. Gli altri creditori della Grecia sono la Bce (27 milardi di euro), i governi dell’Eurozona (53 miliardi di euro), il Fondo monetario internazionale (24 miliardi di euro) e gli investitori privati. Le prime scadenze relative al debito greco, partono da quest’anno e sono relative al Fmi, alla Bce e ai detentori dei T-Bills (Tresury Bills), mentre i governi europei inizieranno a riscuotere dal 2020.
Da Il Sole 24 ORE del 36 febbraio 2015, pagina 2.
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