Da operatori, politica e osservatori esperti arrivano le prime reazioni positive sul Piano per la banda ultralarga cui il Consiglio dei ministri ha dato l’ok due giorni fa. Un Piano in cui il governo impegna 6,5 miliardi di fondi pubblici (Fesr, Feasr, Fsc), ma i cui obiettivi possono essere raggiunti solo con intervento dei privati (almeno 6 miliardi). E così qualche riserva c’è, nell’attesa di capire l’attuazione delle misure.
Il Piano nazionale banda ultralarga impegna l’Italia sugli obiettivi europei di Agenda 2020 dei 30 Mbps per il 100 per cento dei cittadini e i 100 Mpbs per un cittadino su due (85 per cento di copertura del territorio nazionale). Oggi l’Italia è all’ultimo posto nella classifica della Commissione Ue (un per cento di copertura a 100 Mbps).
Dal confronto si nota che l’Italia è in linea con gli altri Paesi in termini di copertura sulle abitazioni del servizio di banda larga base (99%, rispetto alla media europea del 97%). Per quanto riguarda la velocità superiore ai 30 Mbps, l’Italia è tuttavia ancora molto indietro, considerando che copre solo il 21% delle case, distaccandosi nettamente dalla media europea (62%).
Da Il Sole 24 ORE del 5 Marzo 2015.
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