Sono solo l’1,6% delle aziende del made in Italy, ma in proporzione contribuiscono più di ogni altro settore al surplus commerciale nazionale: «Chi dieci anni fa diceva che i calzaturifici italiani sarebbero morti si deve ricredere» ha affermato Cleto Sagripanti, presidente di Assocalzaturifici, presentando ieri a Roma lo Shoe Report 2015, focus sullo stato di salute del settore, che nel 2014, stando ai preconsuntivi, ha fatturato quasi 7,5 miliardi di euro (+0,3% sul 2013), con 5.031 aziende, per l’80% piccole e medie, cioè con meno di 50 dipendenti e meno di 10 milioni di euro di fatturato, e 76.610 addetti.
Le aziende italiane di calzature sono dunque alle prese con segnali di ripresa, soprattutto grazie all’export, che nel 2014 ha rappresentato l’84,6% della produzione (+3% rispetto all’anno precedente). Sono aumentate le imprese che esportano tra il 50% e i 90% della produzione, che rappresentano una fetta importante del panorama dei calzaturifici italiani (42,5%), mentre il 20,5% delle aziende esportano addirittura il 90% dei prodotti; meno del 7% sono rimaste più legate al territorio italiano.
I principali mercati esteri in cui si esportano calzature made in Italy sono Germania (salita nel 2015 dal terzo al primo posto), Francia, Svizzera, Stati Uniti e Belgio. La Russia – primo paese di destinazione nel 2012 – è scesa in ottava posizione.
Da Il Sole 24 ORE del 13 Marzo 2015, pagina 21.
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