Chi blocca i prezzi per recuperare ciò che si è perso in passato con l’euro forte, chi invece riduce i listini: le imprese italiane sfruttano il crollo della divisa unica per ritrovare competitività nell’area extra-Ue.
I benefici potranno essere più o meno ampi, qualcuno adotta coperture a termine che smorzano le oscillazioni, altri hanno comunque acquisti di componenti in dollari o renminbi a costi crescenti, ma il saldo netto del nuovo “mondo” valutario per gli esportatori italiani è decisamente positivo.
L’effetto mini-euro e la discesa a 1,06 del cambio col dollaro – sempre più vicino alla parità – darà spazio a una maggiore competitività e un aumento dei rapporti commerciali Italia-Usa. L’interscambio tra i due Paesi ha un alto valore strategico per le aziende italiane, che hanno aumentato del 13,8% le esportazioni con gli Stati Uniti nel 2014 rispetto all’anno precedente. Il settore con la maggiore attività economica è quello dei macchinari ed apparecchi, che ha avuto un valore di 624mila euro nel dicembre 2014. Seguono i tessili, abbigliamento, pelli e accessori, mentre i metalli salgono al terzo posto, con un sostanzioso aumento di attività commerciale con gli Usa del 60%.
Da Il Sole 24 ORE del 13 Marzo 2015, pagina 11.
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