Pil, investimenti, consumi delle famiglie e produzione industriale. Sono alcuni degli otto indicatori utilizzati per costruire il maxi-indice del Sole 24 Ore di confronto tra le economie europee, elaborato per verificare la distanza dei vari Stati dalle condizioni pre-crisi. La ricerca ha preso in esame la performance di 10 paesi Ue dal 2007 al 2014 attraverso otto indicatori economici.
Dall’analisi (si vedano i grafici qui sotto) emerge una fotografia con andamenti molto differenziati tra i paesi. Ecco alcune considerazioni di sintesi:
– solo la Germania è tornata sui valori pre-crisi del 2007;
– l’Italia, accompagnata da Portogallo e Spagna, resta con tutti i valori in territorio negativo;
– tutti i paesi monitorati sono peggiorati (indice percentuale in negativo) per debito pubblico;
– performance negative anche sul fronte degli investimenti nei 10 paesi monitorati;
– qualche spiraglio per occupazione e consumi delle famiglie si registra in Francia, Germania e Gran Bretagna;
– pagella pesante per la Grecia, con un solo dato sufficiente riferito ai prestiti per le imprese
Nota metodologica: Gli investimenti sono espressi in valori a prezzi costanti (al netto dell’inflazione); il debito pubblico è calcolato in percentuale sul Pil ed è al lordo dei contributi che ogni Paese ha versato al fondo salva-Stati (a percentuali più elevate corrisponde un aumento maggiore del debito); l’indicatore di povertà tiene conto del numero di persone a rischio povertà ogni mille abitanti; il dato sull’occupazione riguarda il numero di occupati tra i 15 e i 64 anni; per i prestiti alle imprese si considera lo stock al 31 dicembre di ogni anno. I dati di ciascuna variabile sono stati espressi come numero indice per elaborare (con una media ponderata) l’indice di performance complessivo (ponendo il 2007 pari a 100, come anno base su cui calcolare il differenziale).