Se consideriamo le ore in cassa integrazione come tempo sottratto al lavoro. Se poi consideriamo come giornata lavorativa quella di otto ore al giorno. La moltiplichiamo per cinque giorni a settimana e per un totale di 48 settimane, otteniamo gli anni che non abbiamo lavorato dall’inizio della crisi a settembre 2008 a febbraio di quest’anno. In totale fanno tre milioni e mezzo di anni. Anni persi per il lavoro e pagati dall’Inps. Nota bene, per essere precisi dobbiamo avanzare altre due ipotesi. Ovvero che la cassa integrazione conteggiata dall’Inps va intesa verticale, spalmata sull’intero orario di lavoro e sull’intera settimana. Inoltre, immaginiamo che le ore autorizzate coincidano con quelle effettivamente utilizzate. In realtà, anche negli anni della crisi il cosiddetto tiraggio è stato anche del 50%, ovvero solo la metà delle ore autorizzate veniva poi effettivamente utilizzato. Con l’aggiunta di tutti questi caveat si arriva al numero esorbitante dei tre milioni e mezzo di anni persi.
I dati li abbiamo presi proprio dal sito dell’ente di previdenza italiano. Che proprio ieri ha comunicato un calo a febbraio del numero di ore di cassa integrazione. Quelle autorizzate sono state infatti 58,9 milioni, in diminuzione del -36,4% rispetto allo stesso mese del 2014 (92,5 milioni). Il calo, notevole, sull’anno non si rispecchia sul confronto rispetto al mese precedente (gennaio 2015), dove la variazione congiunturale è pari al +7,1% per il totale degli interventi di cassa integrazione. Il dato è riportato nell’ultimo report report Inps sulla Cig. Qui l’articolo del Sole 24 Ore online.
Fonte: Inps. Dataviz: Andrea Gianotti. Ha collaborato al testo Davide Colombo.