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cronaca

Sanità, la spesa pubblica pro capite scende a 1816 euro. E nelle regioni?

Nel 2013 la spesa sanitaria pubblica pro capite è di 1.816 euro, spesa che, se confrontata con altri Paesi con sistema sanitario assimilabile al nostro o con connotati diversi, pare collocarsi su valori decisamente bassi.  È quanto rivela il rapporto Osservasalute 2014 che però tiene a sottolineare come “i dati contabili del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) non sono ancora pienamente attendibili. In prospettiva, miglioramenti dovrebbero derivare dalle recenti disposizioni in tema di armonizzazione contabile da un lato (D. Lgs. n. 118/2011)”. Tuttavia, scrivono nel report: “i dati disponibili confermano anche per quest’anno l’efficacia delle iniziative di contenimento della spesa. A livello nazionale, la spesa pubblica pro capite si è ridotta dello 0,8% medio annuo nel periodo 2010- 2013 e addirittura dell’1,5% nel 2013. 

Per spesa pubblica pro capite si intende l’ammontare delle risorse monetarie utilizzate in media per ogni individuo di una data regione, e di conseguenza dell’intera nazione, per far fronte all’erogazione di servizi di assistenza sanitaria per un periodo di riferimento

Il confronto con gli altri Paesi Ocse

L’Ocse pone l’Italia tra i Paesi che spendono meno tra i 32 dell’area in termini pro capite. Nell’ultimo anno la Norvegia ha, infatti, speso il 111% in più per ogni cittadino rispetto all’Italia, gli Usa il 70% circa, la Germania il 49%, la Francia e la Svezia il 35% circa, per arrivare al Regno Unito con l’11% in più. L’Italia, insomma, pare essere il fanalino di coda insieme a Paesi come Spagna (che comunque spende più di noi), Portogallo, Grecia e tutti i Paesi dell’Est Europa. La nostra spesa sanitaria pro capite – recita il rapporto . se confrontata con altri Paesi, con sistema sanitario assimilabile al nostro o con connotati diversi, pare collocarsi su valori decisamente bassi

Il dato sul disavanzo Coerentemente, il rapporto spesa pubblica/PIL si è attestato al 7% (dato 2012) malgrado la contrazione del denominatore. Quanto al disavanzo (1,043 miliardi di euro nel 2012, pari a 18€ pro capite), si conferma il trend di sistematica riduzione avviato dopo il picco (5,790 miliardi di euro) raggiunto nel 2004, pur in presenza di tassi sempre più contenuti di incremento dei ricavi. Le ragioni vanno ricercate secondo il rapporto “nei tassi di incremento dei ricavi rispetto all’esercizio precedente che, dal 2005 in poi, si sono costantemente ridotti (dal 7,5% del 2005 a circa l’1% del 2012, con due marginali eccezioni nel 2007 e nel 2011), ma altrettanto costantemente sono stati superiori ai corrispondenti tassi di incremento dei costi che, anzi, al netto della posta degli ammortamenti (contabilizzata parzialmente nel 2011 e interamente nel 2012), sono stati negativi sia nel 2011 che nel 2012”

Al Nord eccezioni negative sono la Liguria e la Toscana 

A livello regionale, la variazione della spesa pro capite nel periodo 2010-2013 è stata negativa in tutte le regioni tranne in Emilia-Romagna e in alcune regioni a statuto speciale (PA di Trento, PA di Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Sardegna). Riduzioni di spesa superiori alla media si sono registrate in quasi tutte le regioni centro-meridionali (tranne Abruzzo, Basilicata e Sardegna), ma anche in alcune regioni centro-settentrionali (Piemonte, Liguria, Toscana). Nel 2012, d’altra parte, le regioni centro-settentrionali presentavano già tutte un risultato positivo o nullo, con le sole eccezioni di Liguria e Toscana; le regioni centro-meridionali erano, invece, tutte in disavanzo, con le sole eccezioni di Abruzzo e Puglia e con situazioni particolarmente critiche nel Lazio, in Molise e in Sardegna.

Fonte: Censimento Osservasalute. Dataviz: Andrea Gianotti

Sempre dal rapporto osservasalute i dati sul consumo di farmaci