L’Italia è in ritardo. Il gap italiano rispetto al resto del mondo avanzato è evidente in molti aspetti di quella che Accenture, in uno studio redatto in collaborazione con Oxford Economics, chiama “densità digitale”. Di cosa stiamo parlando? Di un indice, il “Digital Density and Productivity” per l’appunto, che misura come le nuove tecnologie vadano a impattare sulle performance economiche di un settore o di un’intera nazione.
Il Digital Density and Productivity study – sviluppato da Accenture in collaborazione con Oxford Economics – viene misurato su quattro componenti con lo stesso peso (25%) e la stessa importanza e che misurano 18 aspetti chiave in cui si mixano 33 differenti indicatori: Making markets, Running enterprises, Sourcing inputs, Fostering enablers.
Il risultato dello studio vede l’Italia come ultimo Paese tra gli europei e gli Stati presi ad esame, con un indice finale a quota 33,1; ben lontano dal 75,2 dei Paesi Bassi, 59,6 della Svezia e 57,1 della Finlandia. La componente più alta per il nostro Paese è quella che si riferisce all’impatto del digitale su lavoro e capitali (10,2), unico indice col quale riesce a superare Francia – immediatamente precedente all’Italia nella classifica con un punteggio di 37,5 -, Regno Unito, Finlandia e Svezia.
Da Il Sole 24 ORE del 14 aprile 2015, pagina 18.