L’impiegato pubblico in Italia solo nel 13% dei casi ha conseguito un diploma post laurea. Ha circa 49 anni e lavora nell’amministrazione da 18. In media fa 51 giorni di assenza all’anno, e porta a casa una retribuzione – tracciando una linea tra i vari settori – di circa 34.500 euro. È questo l’identikit del dipendente della Pa che si desume dai dati (riferiti al 2013) del Conto annuale della Tesoreria dello Stato, elaborati nella quinta Infodata del Lunedì che qui e sul quotidiano in edicola lunedì 11 maggio presenta la visualizzazione delle informazioni contenute nella banca dati.
Guarda l’Infodata del Lunedì sul pubblico impiego
Da un lato ci sono gli insegnanti e i dipendenti della scuola, con una retribuzione media di 29.488 euro all’anno (la più bassa tra tutte), dall’altro i magistrati con 142mila euro di reddito da lavoro dipendente oppure i prefetti che toccano i 91mila euro. In tutto sono oltre 3,2 milioni i dipendenti pubblici, più della metà donne, a cui vanno aggiunti oltre 597mila precari (contratti a tempo determinato, interinali, soggetti a turnazione, reperibili oppure impiegati con il telelavoro). Il lavoro flessibile si concentra, però, solo nella sanità (circa 389mila lavoratori), oppure presso Regioni e ministeri dove si contano circa 186mila precari. A fare più giorni di assenza durante l’anno sono i dipendenti della Presidenza del Consiglio dei ministri (86 giorni all’anno), seguiti dal Corpo di polizia (57) e dalle Agenzie fiscali (56). È solo una, invece, la giornata di formazione che in media viene seguita ogni anno. Ben sotto la media, in questo senso, i dipendenti della scuola.