Lavori completati in una scuola su due per le ultime risorse destinate all’edilizia scolastica. Mentre difficoltà maggiori si registrano sui vecchi programmi cofinanziati con le risorse europee e destinati alle Regioni del Mezzogiorno, dove secondo un’indagine a campione è in ritardo il 62% dei lavori. Va meglio, appunto, in base al monitoraggio della Struttura di missione per l’edilizia scolastica, il programma di interventi speciali diviso in tre filoni (ribattezzati «Scuole belle», «Scuole sicure» e «Scuole nuove»). In poco più di un anno dall’insediamento del governo Renzi, l’avanzamento complessivo degli interventi (un miliardo in tutto) è a metà percorso (si veda la scheda a fianco) con risultati migliori per i 280 milioni delle «scuole belle» e i 233 delle «scuole nuove», entrambi attestati verso un avanzamento del 50% contro il modesto 18% del più corposo pacchetto delle «scuole sicure» (549 milioni di euro).
A facilitare l’avanzamento del programma «Scuole belle» è la natura stessa degli interventi: si tratta per lo più di manutenzioni ordinarie, di piccoli e piccolissimi cantieri da poche migliaia di euro che ovviamente sono più facili da avviare e da completare. E infatti l’annualità 2014 è praticamente tutta conclusa e i 7mila interventi restanti sono quasi tutti in calendario per le prossime vacanze estive. Al contrario, a far marciare meglio il capitolo delle «scuole nuove» è lo strumento finanziario. In questo caso il Governo non ha assegnato nuove risorse, ma si è limitato a sbloccare quelle esistenti, concedendo un allentamento del Patto di stabilità. In altre parole, fondi e progetti in questo caso erano di fatto già pronti, ma bloccati nelle casse degli enti locali dal Patto.
Estratto dall’articolo di Valeria Uva sul Sole24Ore di Lunedì 18 maggio