La crisi ha colpito un po’ tutti ma è stata più violenta con le fasce più povere. Per meglio dire: la perdita di reddito disponibile è stata più elevata per il 10% della popolazione più povera del 10% più ricca. E’ quanto emerso in estrema sintesi nel rapporto Ocse pubblicato nei giorni scorsi. In Italia la crisi ha esacerbato le disparita’ di reddito, che sono tra le maggiori in Europa. Come scritto sul Sole.com il reddito medio del 10% piu’ ricco della popolazione nella Penisola e’ pari a 11 volte quello del 10% piu’ povero, mentre la media Ocse – pure a livelli record – è di un divario di 9,6 volte.
Il coefficiente Gini che misura le differenze nella distribuzione della ricchezza (va da 0 a 1 e più è alto e maggiore è la disparità) in Italia è salito dallo 0,313 del 2007 allo 0,327 del 2013, il sesto piu’ alto in Europa e il 13esimo nell’Ocse, mentre nello steso periodo la media dell’area ha avuto una variazione molto più contenuta, passando da 0,314 a 0,315.
Nella nostra Info ci siamo voluti concentrare sulla correlazione tra pressione fiscale e disparità sociale. Nel giro di sei anni, come afferma l”Inps, i poveri sono cresciuti da 11 a 15 milioni. L’indice Gini è passato da 0,131 a 327 e non è poca cosa. L’unica notizia buona è quella che ci vede con la percentuale più bassa di famiglie indebitate. Tuttavia, come sottolineato nel corso dalla puntata di Focus Economia di Sebastiano Barisoni, l’Italia rappresenta un paradosso: la nostra pressione fiscale è ai livelli di altri Stati dove è presente un solido welfare come ad esempio Francia e Germania. Tuttavia, a differenza di Francia e Germania non abbiamo gli stessi livelli di disparità di reddito. Al contrario, registriamo livelli di disuguaglianza di economie più liberali come Stati Uniti e Gran Bretagna. Nell’Info abbiamo messo in correlazione la pressione fiscale e l’indice di Gini. L’Italia si posiziona nel quadrante in alto a destra. Una anomalia appunto.