Mentre il Fondo monetario accusava la Grecia di avere un sistema pensionistico troppo generoso nonostante le pesanti politiche di austerity tra il 2009 e il 2012, un cura senza precedenti sul saldo primario di bilancio rispetto alle esperienze passate dell’Europa, sia per dimensioni (circa 9 punti percentuali di Pil) sia per intensità (3 anni), il Consiglio di Stato ellenico giudicava illeggitimi i tagli operati alle pensioni negli anni passati. Una situazione schizofrenica visto che proprio sulle pensioni si gioca gran parte della partita per l’intesa sul debito greco. Secondo Gerry Rice, pacato e preciso portavoce dell’Fmi a Washington, «in Grecia pensioni e salari rappresentano il 18% della spesa primaria. Non è possibile raggiungere gli obiettivi di bilancio senza una riforma delle pensioni. E tutti riconoscono che lo schema pensionistico greco è insostenibile».
Gli assegni pensionistici in Grecia corrispondono al 70,5% dell’ultimo salario ricevuto dal lavoratore, una percentuale vicina a quelle di Francia (71,4%) e Portogallo (67,8%). Gli assegni pensionistici più alti d’Europa sono però quelli olandesi che corrispondono al 101% dell’ultimo salario ricevuto
Tratto da Il Sole 24 ORE del 12/06/2015, pagina 6