Se c’è una pagina da archiviare nel rapporto dell’Italia con gli investitori esteri è la frammentazione, talvolta la confusione di competenze. Si lavora per mettere definitivamente un punto sulla questione, con uno sforzo di chiarezza atteso ormai da tempo. Il decreto sblocca Italia, nel definire il Piano straordinario per il made in Italy, ha assegnato le competenze in materia di attrazione per gli investimenti esteri all’Ice (già titolare della promozione del commercio estero) ma, formalmente, le medesime competenze non sono state sottratte all’Agenzia Invitalia (ex Sviluppo Italia). Per questo motivo, con l’obiettivo di superare l’impasse, è alla firma del viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda un atto di indirizzo che definirà i ruoli in campo: all’Ice andrà tutto il cosiddetto “front end” e la gestione del portafoglio di offerta, mentre Invitalia proseguirà l’azione di supporto agli investitori in materia di incentivazione (ad esempio attraverso i contratti di sviluppo).
Nel quinquennio 2009-2014 sul totale dei progetti di investimento nell’Europa occidentale quelli in Italia sono stati il 3,9%, mentre oltre la metà dei progetti di investimento si sono localizzati in Germania (22,6%) e Regno Unito (27,3%). La quota dei progetti di investimento attivati nell’Europa occidentale nel 2013 è stata di poco superiore al 20% rispetto al numero dei progetti di investimento nel mondo
Tratto da Il Sole 24 ORE del 16/06/2015, pagina 14