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finanza

Borse, la crisi greca costa 600 miliardi

Per inquadrare la crisi greca un’immagine di un film in cui due macchine viaggiano l’una contro l’altra a tutta velocità può aiutare a rendere l’idea. In un’auto ci sono il premier greco Tsipras e il ministro delle Finanze Varoufakis. Nell’altra c’è il “gruppo di Bruxelles” (Ue, Bce, Fmi), fino a poco tempo fa chiamato Troika. Mancano pochi metri all’impatto micidiale (se entro fine mese non raggiungono un accordo per un nuovo prestito Atene rischia il default e/o l’uscita dall’euro e i creditori perdono parecchi soldi). La domanda che gli investitori si pongono è: alla fine una delle due macchine cambierà direzione (cederà qualcosa nelle trattative) per evitare lo scontro finale? Al momento entrambe le auto viaggiano a tutta, continuando a sostenere le proprie ideologie. Nel frattempo sui mercati finanziari vengono bruciati miliardi. Dai massimi dell’anno (raggiunti grazie alla spinta iniziale del quantitative easing della Bce annunciato a fine gennaio e partito operativamente il 9 marzo) le Borse dei 19 Paesi che compongono l’Eurozona hanno bruciato 600 miliardi.

Per effetto dell’aggravarsi dello scontro tra governo greco e gruppo di Bruxelles le borse europee hanno perso 600 miliardi dai massimi dell’anno. In particolare Piazza Affari ha bruciato 43 miliardi di euro (-7,06%) mentre Francoforte ne ha bruciati addirittura 203 (-11,29%). Crescono le rendite dei titoli di stato con i Btp a 10 anni risaliti a 2,32% (119 punti base in più rispetto ai minimi toccati a marzo)

Tratto da Il Sole 24 ORE del 18/06/2015, pagina 3