Mentre Tsipras e la Merkel si avvicinano al duello (finale?) del referendum in programma domenica in Grecia sull’approvazione del piano proposto dai creditori, sul mercato dei cambi va in scena un altro appassionante scontro. Quello tra euro e dollaro con la divisa europea che ieri ha ceduto quasi l’1%, dopo aver preso nel corso dell’ultimo anno una chiara direzione ribassista per l’euro, arrivato a marzo fino a 1,04 rispetto agli 1,4 dollari a cui era scambiato fino all’estate scorsa.Dopodiché qualcosa si è rotto e il biglietto verde si è leggermente sgonfiato fino a quota 1,15. In questo movimento le parole usate da esponenti americani hanno certamente avuto il loro peso nell’indicare a più riprese che «un dollaro troppo forte è un problema». Ma se è vero che la politica monetaria – come ha detto l’ex governatore della Federal Reserve Ben Bernanke- si fa per il 98% con le parole, è anche vero che i numeri non lasciano comunque indifferenti i mercati. Come conferma il ribasso di ieri dell’euro nei confronti del dollaro, sceso sotto la soglia di 1,11.
Dall’inizio di gennaio il cambio euro-dollaro è andato calando fino a toccare nella giornata di ieri quota 1,10. Quella di ieri non è però la quota più bassa dell’anno: a marzo infatti, in occasione della partenza del piano d’acquisti di Francoforte, il cambio euro-dollaro era sceso fino a quota 1,04
Tratto da Il SOle 24 ORE del 02/07/2015, pagina 2