Il rendimento del BTp decennale, il titolo guida del debito pubblico dell’Italia e dei Paesi periferici dell’Eurozona, è atteso proiettarsi in risalita verso la nuova soglia del 3% dopo la vittoria del voto “NO” dei greci. E lo spread tra BTp e Bund, stando alle previsioni degli operatori finanziari ieri sera, rischia di tornare in zona 200-250 punti (dai 140-150 attuali) a causa dell’acuirsi, da ieri notte, del rischio di un default della Grecia sui titoli di Stato in scadenza il 20 luglio e in mano alla Bce e l’impennata del pericolo di Grexit. I BTp tuttavia arrivano all’appuntamento del referendum greco, e all’inizio di un nuovo periodo di estrema instabilità, con le spalle coperte. E questo non soltanto grazie agli acquisti della Bce nell’ambito del programma Public sector purchase programme che sull’Italia è pari a 150 miliardi di acquisti in 19 mesi. Per il Tesoro il primo semestre di quest’anno si chiude con il vento in poppa sulle aste del debito pubblico. L’Italia è il primo emittente di titoli di Stato nell’Eurozona, con aste quest’anno tra i 410 e i 420 miliardi: nel primo semestre il programma di raccolta è già arrivato a coprirne il 63% dell’intero importo, il secondo semestre delle aste sarà dunque più leggero.
I Btp sono pronti ad affrontare i movimenti di borsa che deriveranno dal “no” greco. Il Tesoro ha infatti già emesso il 63% dei titoli previsti per il 2015 con un tasso medio molto basso (0,74%). Anche per quanto riguarda i rimborsi dei titoli di Stato in scadenza, nonostante i termini per la restituzione degli oltre 190 miliardi siano molto ravvicinati, il Tesoro sembra poter garantire il rispetto dei termini concordati con i creditori, anche grazie ad una percentuale di Titoli di Stato detenuti da non residenti in Italia molto bassa (attorno al 30%, contro 56,8% della Germania)
Tratto da Il Sole 24 ORE del 06/07/2015, pagina 5